Marco Stortoni morto, un amore grande per la montagna

Choc a Montefalcone Appennino, dove abitava, e a Comunanza, dove aveva una pasticceria: "Le tue storie diventavano fiabe"

L’uomo aveva 58 anni e non perdeva mai l’occasione per avventurarsi tra boschi e sentieri

L’uomo aveva 58 anni e non perdeva mai l’occasione per avventurarsi tra boschi e sentieri

Ascoli Piceno, 25 febbraio 2021 - La montagna era la sua vita, ma è proprio lì che Marco Stortoni ha trovato la morte. L’uomo aveva 58 anni e non perdeva mai l’occasione per avventurarsi tra boschi e sentieri, armato di macchina fotografica e tanta voglia di scoprire nuovi posti, lontano dal caos della vita urbana. Sfruttava i giorni di chiusura della sua attività, la pasticceria ‘Stortoni’ di Comunanza, per partire alla volta dei monti Sibillini. Così aveva fatto anche l’altro ieri mattina, alle prime luci del giorno, ignaro del suo destino. Marco abitava a Montefalcone Appenino, in provincia di Fermo, dove lascia sua madre, la sorella Roberta e il fratello Fausto, che gestiva con lui la pasticceria. Non aveva figli e non si era mai sposato: il suo unico grande amore era la montagna, dove spesso andava da solo, per trascorrere ore lontano da tutto e tutti.

La tragedia Escursionista disperso sul Monte Vettore trovato morto

Con i suoi racconti aveva entusiasmato parenti e amici, quelli che ieri hanno voluto ricordarlo con profonda nostalgia: "Tu... le tue storie che diventavano fiabe, i tuoi racconti che sembravano surreali, il tuo amore per la montagna che era più grande di ogni altra cosa. Facevi sembrare tutti più buoni in questo mondo – ha scritto Federica Pagliari in un post – e ogni volta che mi raccontavi della montagna alla fine mi dicevi ‘ti lascia senza parole’". Marco, infatti, la montagna non la viveva soltanto, la condivideva con i suoi racconti e le sue foto: "Era come se ogni volta salisse in Paradiso", dice la sua amica Pina Sciamanna.

Marco era una persona piena di vita, uno sportivo che si cimentava anche con il tennis, apprezzato da tutti per la sua "delicatezza, gentilezza ed umiltà. Sapeva trasmettere agli altri le sue passioni e aveva un animo buono". Adesso Comunanza si stringe attorno al dolore dei familiari, a partire dal sindaco Alvaro Cesaroni: "Conoscevo bene Marco – afferma – e non riesco ancora a credere che non ci sia più. La sua morte è un profondo dolore per tutto il paese. Era una persona squisita, un lavoratore e pasticcere egregio che accoglieva i clienti sempre con il sorriso. Suo padre ha gestito per anni un bar a Comunanza e ora lui e suo fratello avevano messo su questa nuova attività per portare avanti la tradizione di famiglia. La passione della montagna, purtroppo, lo ha portato alla morte, nonostante fosse un grande esperto e conoscesse il Vettore sasso per sasso. Mi auguro che sia morto subito, che non abbia sofferto, perché non lo meritava".