Marco Triches morto nell'esplosione ad Alessandria. "Eroe del terremoto ad Arquata"

Il sindaco Petrucci ricorda uno dei tre pompieri uccisi ad Alessandria: "Ha dato tanto alla nostra comunità durante il sisma"

Il sindaco (a sinistra) ha omaggiato il pompiere morto nel fuoco di Quargnento

Il sindaco (a sinistra) ha omaggiato il pompiere morto nel fuoco di Quargnento

Ascoli, 7 novembre 2019 - C’era anche lui, ad Arquata, nelle ore immediatamente successive al terremoto dell’agosto 2016. Fu un autentico eroe, salvando diverse persone dalle macerie e dando loro tranquillità in un momento davvero drammatico, quando tutto intorno c’erano solo morte, panico e distruzione.

Il destino, però, è stato tutt’altro che grato con lui, che ha perso la vita nell’inferno di fuoco scatenato dall’esplosione nella cascina di Quargnento, in provincia di Alessandria, avvenuta martedì. Il pompiere Marco Triches non c’è più. Aveva 38 anni, una moglie e un bambino piccolo. Oltre a lui sono rimasti uccisi nell’esplosione Matteo Gastaldo, 46 anni, anche lui padre di una figlia piccola, e Antonio Candido, 32 anni, che erano intervenuti per spegnere l’incendio divampato nella struttura.

false A ricordarlo è il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci. «Il gruppo dei vigili del fuoco di Alessandria ci è rimasto davvero nel cuore – racconta il primo cittadino –. E anche Marco è stato fondamentale, per la nostra comunità, in quei momenti davvero terribili. Ci ha dato una mano sostanziale, insieme ai suoi colleghi. I pompieri di Alessandria, anzi, sono stati tra i primi ad arrivare subito dopo la scossa del 24 agosto e, letteralmente, hanno strappato via la gente dalle macerie. Hanno anche soccorso i feriti e dato un po’ di tranquillità alla popolazione. I ragazzi di Alessandria hanno svolto un lavoro immensi e tra loro, appunto, c’era anche Marco. Accompagnavano le persone nelle loro case distrutte per prendere gli effetti personali e avevano sempre una parola buona per tutti gli arquatani. Siamo davvero addolorati per la tragica scomparsa di questo ragazzo, con cui il destino non è stato affatto benevolo. Un giovane che si è speso tanto per dare una mano a chi ne aveva bisogno – continua Petrucci – e che di certo non meritava di morire in questo modo. Speriamo che la magistratura possa risalire alle cause di questo incendio che ha strappato via tre giovani vite in maniera assurda. Ciao Marco, Arquata non potrà mai dimenticarti».

image Petrucci, poi, oltre ad elogiare continuamente il lavoro svolto in questi anni dagli stessi vigili del fuoco, sta portando avanti la sua battaglia per creare un presidio permanente dei pompieri ad Arquata. «Attraverso il ministero stiamo cercando di allestire una sezione stabile per tutto il territorio montano, perché quando i cittadini vedono la divisa dei vigili del fuoco si sentono sicuri. Ritengo sia fondamentale avere un presidio per affrontare qualsiasi emergenza».