Masnari di Coldiretti: l’agricoltura soffre, il saper fare va premiato

Luigi Masnari, già direttore Coldiretti ad Ascoli e Macerata, oggi alla Agrisviluppo, società di consulenza agricola, guarda con preoccupazione le sanzioni alla Russia. "Impattano notevolmente sui costi di coltivazione, sul prezzo dei fertilizzanti, sui processi di trasformazione, sul trasporto dei prodotti finiti alla distribuzione. Se poi consideriamo il calo del premio PACHa previsto dalla riforma, si capisce che la situazione è molto critica". Per quanto riguarda poi la preoccupazione di avere le necessarie quantità di materia prima da lavorare, "andrebbe rivisto lo spirito della Pac, modulando il premio proprio in funzione della qualità e quantità di produzione ottenuta. Non ha più senso chiedere alle aziende sopra i 15Ha di tenere a riposo o destinare a colture sostitutive il 5% del terreno lavorato". "È un’agricoltura la nostra che soffre per norme che non la sostengono realmente. Non si premia il saper fare. Si danno soldi purché si abbia un terreno o capi di bestiame. Servono invece politiche di filiera concrete". Che fare? "Serve una politica che compia scelte coraggiose, che chiami alla responsabilità gli stessi imprenditori agricoli. Scelte che possano modificare il paradigma dell’agricoltura assistita, e che introduca un sistema che, a partire dalle imprese, sappia organizzarsi in modo opportuno nei confronti dei vari interlocutori, soprattutto della Gdo oltre che dell’agroindustria alimentare". E il settore vinicolo? "Dopo le precedenti sanzioni, l’export di vino italiano è cresciuto quasi del 20% in Russia e quasi del 200% in Ucraina. Incrementi che hanno riguardato specie le bollicine. Siamo il primo esportatore di vino in Russia. A livello regionale, non siamo molto esposti in quei mercati che sono ad appannaggio soprattutto di produzioni come Prosecco, Lambrusco, Asti Spumante, oltre a vini fermi Dop e Doc toscani, siciliani, piemontesi e veneti. Questi due mercati non possono però non essere considerati strategici per le Marche, anche alla luce della nostra posizione geografica e non solo. Purtroppo, a livello di politica infrastrutturale regionale, nel confronto con altre realtà italiane, scontiamo un ritardo di almeno 60 anni. Autostrada, alta velocità, aeroporto e porto non possono non essere considerati strategici per quella che potrebbe diventare veramente la "porta per l’Est Europa" nel Mediterraneo". E la zootecnia? "Ci penalizza il forte aumento del costo di mais, soia, cereali e foraggi, base dell’alimentazione bovina e suina". E qualche stalla inizia a chiudere.

Adolfo Leoni