Miasmi, la protesta corre in rete: "Ora basta"

I residenti di Villa Sant’Antonio con maschere antigas e mascherine: "Di notte dobbiamo chiudere le finestre, aria irrespirabile"

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di Maria Grazia Lappa

C’è la puzza insopportabile che ti aggredisce appena arrivi in vista del cartello Villa Sant’Antonio, a Castel di Lama. E’ così da anni e le proteste e le denunce alla Procura della Repubblica non hanno prodotto risultati sperati. A febbraio si è aperto il secondo processo per i cattivi odori prodotti dal depuratore di Campolungo, a seguito delle denunce dei residenti di Villa Sant’Antonio di Castel di Lama. Se ne era già tenuto un primo, conclusosi a novembre 2020. Gli imputati per evitare il processo chiesero l’oblazione, cioè il versamento di una cifra di 100 euro. La Procura a seguito delle vibranti proteste delle parti civili, ha presentato ricorso alla Cassazione contro la concessione di oblazione, che la Corte ha dichiarato inammissibile. Nel frattempo sono continuate le segnalazioni all’Arpam, all’Asur che ha chiesto al sindaco di Ascoli un intervento urgente, seppure ad oggi non risultano né atti né dichiarazioni da parte del primo cittadino. A tutt’oggi non sembrano esserci soluzioni, così i cittadini, che hanno sopportato tutti i disagi, anche durante la torrida estate, hanno deciso di mettere in campo una protesta davvero singolare: indossando maschere antigas e mascherine stanno denunciando il disagio che ogni giorno sono costretti a sopportare.

"Abito a Villa Sant’Antonio – dichiara una di loro – e indosso questa maschera perché a casa mia non si respira, l’aria soprattutto di notte puzza, puzza di acido, di uova marce, a volte semplicemente di immondizia, di notte dobbiamo chiudere le finestre perché non si riesce a respirare. L’aria è irrespirabile a Villa Sant’Antonio. Aiutatemi". "Sono Giovanna – fa eco un’altra abitante – e abito a Castel di Lama, la Salaria alle mie spalle divide il mio comune da quello di Villa Sant’Antonio, qui purtroppo siamo ammorbati da una marea di puzze: la puzza del depuratore con odori nauseabonde, puzze di bruciato, puzze di sterco proveniente dalla discarica di Relluce. Vi invito a fare un giro per provare l’ebrezza di queste puzze, di notte soprattutto nei weekend e a tutte le ore. In questa torrida estate siamo stati costretti a dormire con le finestre chiuse. Basta con queste puzze, vogliamo respirare e ricordiamoci che l’aria non ha confine".

Dopo aver manifestato con l’esposizione di lenzuola bianche e striscioni sui balconi delle loro case contro i miasmi del depuratore, i rappresentanti del comitato antinquinamento hanno deciso di dare il via a questa ennesima protesta, una decisione presa dopo l’incontro promosso mercoledì scorso. "Sul depuratore – sbottano esasperati – è ormai è tutto chiaro e definito, anche in termini legali: l’Arpam ha scritto che provoca la puzza, anche se per arrivare a questo ci abbiamo messo anni e non è stata una passeggiata. L’Arpam ha poi individuato i lavori da effettuare per sanare l’impianto di depurazione. Lavori che non sono mai stati eseguiti e per questa inadempienza sono state comminate delle sanzioni. La cifra della sanzione è irrisoria, mentre il costo dei lavori è alto e i proprietari forse preferiscono pagare piuttosto che fare gli interventi. E si va avanti così, loro continuano a lavorare come sempre e noi subiamo. Ma allora un cittadino come fa a far valere i propri diritti? Come facciamo a far rispettare la legge? Come facciamo a smuovere enti e amministrazioni sordi muti e ciechi? Come facciamo a rompere questo muro compatto che ci troviamo di fronte?".

Forse nessuna delle autorità competenti si è accorta realmente del grado di esasperazione raggiunto da questi cittadini, costretti a vivere situazioni assurde.