"Momento triste ma dobbiamo vendere il nostro prodotto"

Il presidente Unci, Scognamiglio: "La polemica? Resta un segnale alla politica che qualcosa in questi ultimi 20 anni ha sbagliato"

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Lo sciopero in atto delle marinerie italiane, per il caro gasolio, è stato discusso anche nell’ambito del convegno nazionale su: "Piccoli pelagici in Adriatico scenari e prospettive" che ha visto, tra i relatori, il presidente nazionale dell’Unione Cooperative Italiane (Unci) Agroalimentare, Gennaro Scognamiglio, il senatore Giorgio Fede, il vice presidente OP Abruzzo Pesca, Vincenzino Crescenzi e il vice presidente e assessore alla pesca della regione Marche, Mirco Carloni. Il convengo è stato promosso da Barbara Zambuchini ricercatrice dell’Istituto Scientifico "Pesca e Ricerca Innovativa" Partners in Service srl. "L’Europa ha fatto raccomandazioni ai nostri parlamentari per la limitazione delle giornate di cattura e degli stock per i piccoli pelagici, in particolare nel Mare Adriatico, perché sono specie in sofferenza – ha affermato Scognamiglio – Già si erano auto limitati i pescatori con propri piani di gestione a 100 giornate di cattura. Ora la raccomandazione prevede una ulteriore riduzione con due periodi di fermo alternati per le alici e per le sardine, necessari alla riproduzione della specie. Tutto questo sarà trattato in maniera scientifica e politica e non sempre le due voci coincidono, tanto che c’è agitazione nelle marinerie, vedi anche il caro gasolio. Una materia scottante che tocca tutte le tasche degli italiani, in particolare quelle degli armatori poiché il carburante è un costo fisso dove le imbarcazioni a strascico consumano mediamente 30-40 mila euro di gasolio e non hanno un ricavo adeguato per compensare la spesa". Scognamiglio ha poi parlato del decreto aiuti e del fondo Feampa apposito per i pescatori. Sullo sciopero il presidente Unci ha aggiunto: "E’ vero, il momento è triste, ma dobbiamo essere coesi a vendere il nostro prodotto altrimenti fare lo sciopero o chiudere i nostri porti significa incrementare dall’80 al 90% il pescato dall’estero. Per ironia della sorte il pescato estero sconta l’Iva al 4% il nostrano al 10%. Un suggerimento che diamo ai tecnici del Ministero per una riduzione di aliquota che agevolerebbe un ulteriore introito ai pescatori. Lo sciopero fatto in modo civile e pace sociale va bene, ma se fatto per chiudere i porti non va bene. Resta un segnale alla politica che qualcosa in questi ultimi 20 anni ha sbagliato".

Il senatore Giorgio Fede è venuto al convegno per ascoltare le problematiche e confrontarsi con gli operatori: "Viviamo un momento molto complesso e dobbiamo lavorare per trovare delle soluzione atte a sviluppare questo settore che per San Benedetto è sempre stato vitale e che negli anni ha perso molte posizioni. Dallo studio, dal confronto, dalla ricerca, dobbiamo trovare insieme le soluzioni". Marcello Iezzi