Montepulciano contro Cordisco. Il caos del vino finisce ad Ancona

Se ne parlerà martedì in Consiglio regionale, interrogazione dell’ex assessore del Pd Anna Casini: "Non capisco perché siano rimasti tutti zitti con Lollobrigida di fronte a un chiaro danno per il Piceno".

Montepulciano contro Cordisco. Il caos del vino finisce ad Ancona

Montepulciano contro Cordisco. Il caos del vino finisce ad Ancona

Non si placano le polemiche e le proteste dopo la decisione del ministero dell’Agricoltura di reintrodurre il nome ‘Cordisco’ da utilizzare per i vini fatti con uve di vitigno Montepulciano non prodotti in Abruzzo. Un vero caos che ha investito anche il mondo politico visto che la denominazione Montepulciano è inserita in diverse Doc e Docg di Marche, Lazio, Toscana, Molise e Puglia, E socì il caso ‘Montepulciamo’ è ora approdato anche in Consiglio Regionale con l’ex assessore del Pd Anna Casini, ora consigliere di opposizione, che ha annunciato per martedì una interrogazione urgente durante la prossima Assemblea Consiliare. "Il caos che sta investendo il comparto vitivinicolo delle Marche e del Piceno – ha annunciato la consigliera Anna Casini – martedì investirà direttamente il consiglio regionale. Il mondo della viticoltura delle Marche e del Piceno è in pericolo a causa della filiera istituzionale della destra. Con un decreto del Ministro Lollobrigida – ha proseguito la Casini – non potrà essere più riportato il nome del vitigno ‘Montepulciano’ nella retroetichetta delle bottiglie dei vini delle Marche (ad esempio il Rosso piceno Doc, Offida rosso Docg). Un danno incalcolabile ai produttori marchigiani e in particolare a quelli del Piceno". Per questo "martedì sarà discussa la mia interrogazione urgente rivolta al presidente Acquaroli perché se non verranno presi immediati provvedimenti, il contraccolpo all’economia del territorio sarà enorme. Da sempre il Piceno vanta una tradizione vitivinicola di qualità, che ha generato lavoro per tante famiglie e sviluppando valore interno al "brand" del vino anche nel mondo. Non capisco – ha proseguito l’esponente Dem – perché nessuno si sia opposto al decreto del ministro Lollobrigida, a partire dall’onorevole Mirco Carloni, presidente della commissione agricoltura in parlamento, evidentemente troppo impegnato per la campagna elettorale delle europee per difendere le aziende delle Marche. Fossi stata in Acquaroli avrei alzato le barricate a difesa del comparto. Non capisco il perché di questo comportamento di indifferenza o peggio di sudditanza politica. Penso che il presidente dovrebbe iniziare a difendere il suo territorio e le sue imprese invece delle scelte del suo partito palesemente finalizzate solo alle imminenti elezioni regionali in Abruzzo. Mi chiedo – ha concluso la Casini – quale consumatore, specie internazionale, sceglierà di comprare un vino con in etichetta il 70% di ‘Cordisco’ al posto del ‘Montepulciano’? Lollobrigida, invece di investire il suo tempo nel far fermare treni a proprio piacimento avrebbe fatto meglio a seguire meglio le sue deleghe e a proteggere un territorio che sul comparto vitivinicolo e sull’agricoltura ha scritto la propria storia, la propria cultura e una reputazione nota nel mondo".