Morti alla Rsa di Offida: "Svolta per i risarcimenti"

L’avvocato della famiglia Bartolomei: "Passi in avanti dopo la perizia"

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"A fronte delle risultanze autoptiche relative alle causa di morte di Lucia Bartolomei, che risulta essere inequivocabilmente ascrivibile ad intossicazione acuta da promazina occorsa durante il ricovero all’interno dell’Rsa di Offida, si ritiene sussistente l’inadempimento contrattuale da parte della struttura residenziale". E’ la conclusione alla quale sono giunti i periti nominati dal giudice del tribunale civile di Ascoli Enza Foti nell’ambito della vicenda legata alle morti sospette alla Residenza sanitaria di Offida gestita dall’Asur Marche. In carcere c’è l’infermiere Leopoldo Wick, accusato di omicidio premeditato e tentato omicidio premeditato. Ma mentre l’inchiesta penale è sfociata nel processo che inizierà domani, l’avvocato Matteo Mion, in rappresentanza dei familiari della Bartolomei, ha chiesto che fosse la Asur a risarcire per le conseguenze dell’operato di Wick, quantomeno per l’omessa vigilanza ed ha ottenuto dal giudice Foti una consulenza tecnica medico legale al fine di una bonaria composizione della lite. Il magistrato ha affidato l’accertamento peritale al medico legale Piera Amelia Iezzi e al medico di laboratorio Alessandro Cancelli, entrambi di Pescara che nei giorni scorsi hanno depositato le conclusioni.

I periti hanno argomentato spiegando che, in base alle loro valutazioni, "i trattamenti sanitari esperiti in prossimità del decesso della Bartolomei, se di trattamenti sanitari si tratti, non furono, di fatto, eseguiti in conformità alle ’leges artis’". Hanno anche stabilito che "l’avvenuto decesso per causa di intossicazione acuta da promazina, indipendentemente dalla modalità con cui essa si sia determinata, definisce di per sé la sussistenza di nesso causale tra la condotta deldei sanitarioi dell’Rsa di Offida ed il decesso della signora Bartolomei". "Ho aperto la porta dei risarcimenti a carico dell’Asur altrimenti ci saranno le condanne di Wick ma le famiglie rischiano di non essere ristorate. E’ una gran vittoria" ha commentato l’avvocato Mion alla cui prima richiesta di risarcimento, l’Asur Marche aveva opposto un fermo diniego. La persistenza del legale ha portato il tribunale a disporre la perizia che ha dato questo esito molto importante in sede civile, per quanto riguarda quindi il risarcimento dei danni, al quale il penalista vuole che concorra l’azienda sanitaria e non solo l’infermiere per il quale domani davanti alla Corte d’Assise di Macerata inizierà il processo penale.

Peppe Ercoli