
Perugia, secondo round per l’infermiere dopo l’assoluzione annullata dalla Cassazione
E’ in programma stamani l’udienza davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia il nuovo processo riguardante le morti sospette alla Rsa di Offida. Si tratta di un secondo processo d’appello dopo che la Corte di Cassazione ha annullato l’assoluzione di Leopoldo Wick, stabilita dalla Corte d’Assise d’Appello di Ancona, ribaltando la condanna all’ergastolo della Corte d’Assise di Macerata. A Perugia oggi prenderanno la parola la Procura generale e le parti civili; poi sarà il turno della difesa dell’imputato. Di fatto, già stasera potrebbe giungere la sentenza, anche se non è del tutto da escludere che slitti ad una udienza successiva.
Nell’annullare l’assoluzione sancita dai giudici di Ancona, la Cassazione ha disposto che nel nuovo processo d’appello in Umbria "il giudice del rinvio procederà all’integrale rivalutazione del compendio probatorio, utilizzando tutti gli atti erroneamente ritenuti inutilizzabili nella sentenza impugnata (prelievi ematici, analisi tossicologiche di laboratorio, consulenze tecniche medico legali acquisite con il consenso delle parti e perizie medico legali espletate in sede di incidente probatorio e di dibattimento) nonché attenendosi ai principi di diritto di volta in volta enunciati nella presente decisione e agli standard motivazionali consono alla tipologia della sentenza che verrà emessa all’esito del giudizio, emendata anche dai plurimi travisamenti probatori rilevati e censurati in questa sede".
Wick era stato condannato all’ergastolo in primo grado dalla Corte d’Assise di Macerata e assolto poi nel processo d’Appello ad Ancona dove i giudici avevano espresso pesanti critiche alla condotta della Procura di Ascoli riguardo al presunto mancato rispetto delle garanzie di difesa dell’imputato in diversi momenti dell’inchiesta quando avrebbe avuto diritto di essere avvisato di determinati accertamenti (prelievi e analisi), al fine di nominare propri consulenti. Nell’accogliere il ricorso della Procura generale contro la successiva assoluzione, i giudici con l’ermellino hanno osservato che "la Corte d’Assise d’Appello dorica nel ritenere inutilizzabili i prelievi ematici effettuati post mortem, poiché non accompagnati dalle garanzie difensive in presenza di un ‘sostanziale’ indagato, è incorsa in un palese errore di diritto, ‘arretrando’ indebitamente la soglia della irripetibilità all’attività di prelievo".
Peppe Ercoli