Ascoli, la moto elettrica stampata in 3D. "Vi racconto come è nata l’idea"

Marco Mattia Cristofori, da Ascoli a Berlino: "Qui è cambiato tutto"

Il primo prototipo di motocicletta elettrica completamente stampata in 3D

Il primo prototipo di motocicletta elettrica completamente stampata in 3D

Ascoli, 25 novembre 2018 - Ha 28 anni, è nato sotto le cento torri ma vive a Berlino da un anno e mezzo, dopo aver girato tanto tempo ed essersi fidanzato con una ragazza svedese. E’ un designer e ha sviluppato numerosi progetti 3D di successo internazionale. Nell’ultimo anno è stato ‘project leader’ della prima ruota per biciclette senza aria e, da poco, ha completato il primo prototipo di motocicletta elettrica stampata in 3D. E’ la storia di Marco Mattia Cristofori, ascolano doc che è andato altrove per sviluppare le sue capacità, restando però sempre molto legato ad Ascoli e alla sua famiglia. Potrebbe essere definito un inventore, sotto certi punti di vista, ma lui si definisce un ‘Applications Specialist and Lead Designer’. E’ lui stesso a rendere bene l’idea relativa all’importanza dei progetti svolti in questi anni, raccontando al Carlino quali sono state le tappe principali che hanno contraddistinto la sua carriera e quali obiettivi conta di raggiungere nei prossimi anni.

Marco Mattia, ci dica qualcosa in più sulla sua carriera. Quali studi ha svolto e perché è andato via da Ascoli?

«Ho studiato all’istituto tecnico per geometri, dove ho avuto la fortuna di incontrare professoresse che mi hanno insegnato quanto ‘esplorare’ e ‘essere curiosi’ fosse essenziale per una crescita mentale. Le saluto. Si tratta di Lina Pagano, Valeria Carpani e Paola Antonini. Preso il diploma mi sono spostato a Roma per studiare architettura. Non ho proseguito gli studi ad Ascoli per un bisogno di indipendenza. Dopo la triennale mi sono trasferito a Londra, dove ho fatto anche il cameriere prima di effettuare il tirocinio da architetto. Poi sono tornato a Roma per la specialistica e dopo un anno sono ripartito di nuovo, direzione Istanbul. Qui, lo studio in cui lavoravo mi propose di trasferirmi per un pò nella sede di New York, e sono andato. Ho conosciuto Malin, la mia compagna svedese, che mi ha convinto a trasferirmi a Berlino con lei».

Come si trova in Germania?

«L’aria di Berlino ti cambia. Qui tutti possono fare tutto. Non importa da dove vieni, di che colore sei, come ti vesti, cosa hai studiato. Sii te stesso e fai ciò che ti piace. Molte delle persone che hanno studiato architettura e vivono a Berlino fanno tutt’altro. Ci sono centinaia di start-up creative che cercano creativi. E cosi ho fatto anch’io. Ho iniziato a lavorare per ‘BigRep’ a settembre del 2017. Qui produciamo stampanti 3D di larga scala, circa un metro cubo. Cercavano un designer che sarebbe stato in grado di mostrare la potenzialità di questa stampante disegnando e modellando in 3D oggetti di qualunque tipo. Ho iniziato focalizzandomi sul design di interni, ho prodotto vari pezzi che ancora sono esposti in studio. Poi la compagnia ha deciso di puntare più sull’industriale. Di conseguenza anche i miei progetti si sono evoluti».

Come ha avuto l’ispirazione per le sue invenzioni?

«Ho la fortuna di poter lavorare su grande scala e ciò mi permette di pensare e ideare pezzi che altri non possono. Ho visto che varie grandi aziende stanno puntando su pneumatici senza aria. Per ogni tipo di veicolo. Nessuno però aveva provato a stamparne una in 3D funzionale per una bicicletta. Forse per mancanza di apparecchiature. Ho ricercato parecchio, ho modellato e stampato vari piccoli test per riuscire ad avere lo stesso comportamento di una normale gomma ad aria per biciclette. Poi ci sono riuscito. Appena la stampa era pronta, l’ho installata su una bicicletta di un collega, e ho pedalato, pedalato, pedalato. Finché il mio capo dipartimento mi ha chiamato e mi ha chiesto ‘hai intenzione di tornare in studio?’. E’ stato divertente. Da poco ho completato e pubblicato il primo prototipo di motocicletta elettrica completamente stampata in 3D».

Che rapporto ha con Ascoli?

«Sono follemente innamorato della mia città. Ho portato amici da tutto il mondo a visitarla, e tutti ne rimangono abbagliati. La mia famiglia vive tutt’ora li. Ascoli è una città di talenti. Ma questa creatività è bloccata e non viene lasciata ai la possibilità di esprimersi abbastanza, per questo molti se ne vanno».