San Benedetto, neonata curata male. Risarcimento ai genitori

Dopo l’accordo la coppia ha ritirato la querela. Il giudice: "Estinto il reato di lesioni colpose. Non luogo a procedere per le due dottoresse"

L’avvocato Mauro Gionni nel team della difesa delle due dottoresse

L’avvocato Mauro Gionni nel team della difesa delle due dottoresse

San Benedetto (Ascoli), 16 gennaio 2020 - È terminato ieri con una sentenza di non doversi procedere per estinzione del reato il processo in corso davanti al giudice del tribunale di Ascoli Pietro Merletti, chiamato a fare luce sull’operato di due dottoresse accusate dalla Procura di non aver prestato le dovute cure ad una neonata, non rilevando al momento di venire al mondo una malformazione posta poi in evidenza quando la piccola è stata trasferita all’ospedale Salesi di Ancona dove è stata sottoposta a tre interventi chirurgici.

La sentenza è stata emessa ieri mattina dopo che il giudice ha preso atto che l’accordo fra le parti, annunciato nella precedente udienza, è stato raggiunto e perfezionato attraverso il risarcimento alla parte civile, i genitori della piccola costituitisi parte civile in proprio e per conto della loro bambina. Un accordo che ha coinvolto le dottoresse, l’Asur e le compagnie assicuratrici. Incassata la somma, i familiari hanno ritirato la querela per cui il giudice Merletti ha dichiarato estinto il reato, chiudendo contestualmente il processo a carico delle due pediatre.

Si tratta infatti di un’accusa di lesioni colpose a loro carico, reato procedibile solo su querela di parte e nel momento in cui le parti civili la ritirano il giudice chiude il dibattimento senza procedere oltre. Finisce qui dunque una vicenda che si è trascinata per oltre cinque anni. A processo erano finite due dottoresse, una in servizio presso l’ospedale Madonna del Soccorso; l’altra è un medico di base. Sono difese dagli avvocati Gionni, Allevi e Picariello. L’accusa in concorso era di lesioni personali colpose aggravate dal fatto che la loro condotta avrebbero causato una malattia che ha posto in pericolo di vita la neonata.

I fatti risalgono al 2013. Poco dopo la nascita la neonata venne sottoposta a visita in ospedale; la pediatra non rilevò alcuna malformazione di cui, invece, la bambina era affetta all’apparato sfinteriale. La piccola venne dimessa dopo qualche giorno. Soffriva però di stipsi ostinata. Fu visitata dalla pediatra di base, ma neanche lei si sarebbe accorta della malformazione. Venne ricoverata d’urgenza all’ospedale Salesi di Ancona dove, dopo la corretta diagnosi, fu operata tre volte e guarì. Nel corso del processo era stata disposta una perizia affidata al professor Cristian D’Ovidio. Il giudice ha però sospeso nel momento in cui le parti hanno comunicato che era in corso una trattativa per il risarcimento, infine portata a termine.