Silvia Manetti uccisa da Nicola Stefanini, la confessione: "L'ho ammazzata"

La vittima, 45 anni, aveva vissuto per vent’anni nelle Marche dopo aver sposato un ascolano. Poi la morte per mano del compagno nel Grossetano

Silvia Manetti con Nicola Stefanini, che ha confessato di averla uccisa

Silvia Manetti con Nicola Stefanini, che ha confessato di averla uccisa

Ascoli 13 agosto 2021 - "Non ci credo, non può essere lei". È sconvolta la voce di chi, ad Ascoli, aveva conosciuto Silvia Manetti, la 45enne uccisa l’altro ieri a coltellate dal fidanzato a Monterotondo Marittimo, in provincia di Grosseto. La donna, infatti, aveva vissuto in città per più di vent’anni dopo aver sposato Cesare Tempera, l’ascolano per il quale aveva deciso di lasciare la sua Toscana e trasferirsi sotto le cento torri.

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Silvia aveva lavorato e vissuto al fianco dell’uomo dal quale ha avuto due figli, oggi di 14 e 10 anni. Purtroppo, Cesare Tempera è venuto a mancare nel 2013, e Silvia, rimasta vedova a soli 38 anni, ha deciso di lasciare le Marche per fare ritorno ad Altopascio, in provincia di Lucca, dove era nata e dove ha portato con sé i suoi figli. Il peso della perdita era infatti insostenibile per Silvia, che un anno dopo la morte del marito scriveva sul web: "Tante cose sono cambiate, sembra un niente, ma è già una vita. Ovunque tu sia, sei sempre presente nelle nostre vite, ogni giorno, e so che sei contento di come ce la caviamo, perché so che avresti voluto che fossimo solo felici".

Silvia Manetti con Nicola Stefanini, che ha confessato di averla uccisa
Silvia Manetti con Nicola Stefanini, che ha confessato di averla uccisa

La fuga dal Piceno, dai ricordi dolorosi del passato, il tentativo di rinascere dopo aver vissuto un lutto tremendo si è però trasformato in una nuova tragedia, dalla quale purtroppo non c’è stato scampo. Ad Altopascio, Silvia ha infatti conosciuto l’uomo che le ha fatto battere di nuovo il cuore: non poteva sapere che quel nuovo amore l’avrebbe condotta alla morte. Il suo attuale compagno, Nicola Stefanini, di 48 anni, si è infatti trasformato nel suo carnefice, l’altroieri sera, nel paese della Maremma dove si erano traferiti da un anno. "L’ho ammazzata", è la frase che ha ripetuto senza sosta ai carabinieri fuori dall’auto, all’interno della quale giaceva senza vita il corpo di lei, immerso in un lago di sangue.

L’uomo aveva i vestiti intrisi di quello stesso sangue quando, dopo averle sferrato una coltellata alla gola, ha digitato il 112 confessando tutto. E oggi a piangere la scomparsa della donna è anche la città di Ascoli, dove tanti la ricordano con affetto e non riescono a capacitarsi dell’accaduto. Anche questa storia, come tante altre, ha avuto un finale imprevedibile, perché chi conosceva la coppia non ha alcun dubbio: sembravano felici, tranquilli, spensierati.

Poi, all’improvviso, la brutale violenza e l’orrida fine di una vita, quella che oggi il piceno piange, unendosi al dolore dei parenti. "Sono vicino alla famiglia, e lo è tutta la città – commenta il sindaco, Marco Fioravanti –.Non la conoscevo di persona, ma la notizia mi ha sconvolto. Il modo in cui ha perso la vita ci lascia senza parole: la violenza sulle donne va combattuta sempre con più forza. Fatti del genere non devono più accadere".