Niente trote, protesta dei pescatori sportivi

Sono oltre mille nel Piceno e per il sindaco di Arquata Franchi il turismo sarà danneggiato

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L’assessore Mirco Carloni delegato alla Caccia e Pesca della Regione Marche con un video ha annunciato ieri il via alla stagione piscatoria a partire da domenica 27 marzo. Una ‘fumata bianca’ che però non è piaciuta ai mille pescatori sportivi del Piceno e ai circa 6.000 pescatori delle Marche che senza trote nei fiumi non possono svolgere le loro attività. "Credo sia necessario trovare una soluzione prima possibile – ha commentato il Sindaco di Arquata Michele Franchi - con la pesca delle trote questo territorio ha avuto un ritorno importante ai fini commerciali e turistici e soprattutto adesso, dopo il sisma, credo sia necessario far ripartire le attività di pesca sportiva. Sempre nel rispetto dell’ambiente, ma serve una deroga per la reimmissione delle trote nei fiumi. Come Comune di Arquata ci impegniamo per trovare una mediazione tra le regole rigide del Governo Regionale e le necessità di chi ama l’attività nei nostri fiumi. Insieme alla Federazione e all’Ente Parco cercheremo una soluzione importante per tutta l’area cratere. Sono ottimista, troveremo un accordo". Molto più pessimisti invece i pescatori. "La nostra zona era un paradiso della pesca – spiegano i pescatori della Fly Fisherman Club di Ascoli – il giorno dell’apertura veniva gente dal Trentino, dal Piemonte e dal Veneto. La pesca per l’entroterra Piceno è stata da sempre una risorsa economica e turistica al tempo stesso. L’anno scorso nonostante la pandemia la Regione aveva predisposto un progetto di immissione di trote iridee sterili, prima in Italia, che aveva consentito di effettuare diverse semine di trote. Non siamo contrari alle misure di conservazione della trota autoctona – spiegano i pescatori ascolani – ma chiediamo anche che sia trovato un compromesso che ci permetta di continuare a pescare. Ci aspettavamo delle novità e invece non è stato fatto altro che confermare la strada intrapresa che ha di fatto bloccato la pesca nella nostra Regione. Si parla di pesca agonistica, di pesca ricreativa, di attività che generano un indotto nel territorio, commerciale e turistico. Niente, anche quest’anno rimarremo a guardare le altre regioni italiane che già da inizio gennaio hanno ripreso le loro attività. L’Ufficio Caccia e Pesca della Regione Marche è l’unico a non concedere la deroga già decisa a livello nazionale per il ripopolamento in natura con le specie ittiche. Il tutto nonostante il lavoro di consulenti, ittiologi, assistenti. Quello che più lascia l’amaro in bocca sono le innumerevoli promesse, le continue rassicurazioni sistematicamente disattese, lo scaricabarile su precedenti gestioni e amministrazioni, su progetti intrapresi anni or sono. Insomma una politica vecchio stampo. Una vera vergogna". Valerio Rosa