"Noi nel Consorzio ci crediamo"

Oliva tenera, non si placa la polemica dopo l’addio di alcuni soci: "Prodotto eccellente da tutelare"

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Al di là delle tante discussioni sulla validità o meno di essere presenti all’interno del Consorzio Tutela e Valorizzazione Oliva Ascolana del Piceno DOP, ci sono diverse aziende che al progetto ci credono e che stanno investendo per promuovere e tutelare questo straordinario prodotto gastronomico. Una di queste è ‘Agorà’ di Anastasia Ciotti con sede in piazza Arringo. "Al Consorzio noi ci crediamo e crediamo anche noi che si debba ripartire dalle piante per aumentare la produzione. E’ necessario, infatti, avere un maggior numero di oliva tenera ascolana e per questo abbiamo realizzato un nuovo impianto da 4.000 piante di ulivo e abbiamo anche rilevato un vecchio uliveto ad Appignano che era stato abbandonato. Qui abbiamo realizzato un frantoio che dal prossimo anno speriamo possa essere utilizzato per lavorare le olive per produrre olio di tenera ascolana. Nel frattempo, però, abbiamo comunque prodotto un olio monovarietale di tenera ascolana che il 7 maggio alla Mole Vanvitelliana di Ancona riceverà il premio come uno dei migliori olii di tenera ascolana delle Marche. Su questo progetto del Consorzio ci crediamo e ci stiamo investendo tanto e in questo saremo aiutati dal nuovo frantoio di ultima generazione con estrazione a freddo sottovuoto. Infine, sarà inaugurata questa estate e si tratta di ‘Clorofilla’ davanti al Park Torricella un cocktail bar dove l’oliva tenera ascolana accompagnerà tutti i nostri aperitivi". Oltre ad Agorà nel Consorzio c’è sempre la Cooperativa ‘Case Rosse’ a Poggio di Bretta, nata negli anni ottanta come cooperativa di conduzione terreni ad indirizzo cerealicolo, viticolo, olivicolo e foraggero. A capo dell’azienda c’è Ugo Marcelli, settantenne ancora in forma straordinaria che cura personalmente tutte le operazioni sul campo. Un uliveto di ottima qualità di cui Ugo segue la potatura, la fertilizzazione e la raccolta a mano. In più c’è poi un laboratorio di produzione e deamarizzazione delle olive da fare in salamoia o da fare ripiene. "Quest’anno abbiamo raccolto 7.300 kg di oliva tenera ascolana – ha ammesso Ugo Marcelli – e abbiamo fornito poi questo dato all’organismo di controllo proprio per mantenere in vita il Consorzio che si temeva non arrivasse più ad avere il 66% della produzione totale. Certo poi non tutta diventa Dop: la piccola la usiamo con degli aromi per la salamoia e per l’oliva piccante. Una parte va invece al frantoio per l’olio monovarietale di tenera ascolana. L’oliva migliore la vendiamo in salamoia nei vasetti mentre una parte va denocciolata e farcita come oliva ascolana del Piceno Dop ripiena. E il Consorzio serve proprio per salvaguardare questo nostro straordinario prodotto locale".

Valerio Rosa