Nomine alla Start Plus Asse con Fratelli d’Italia

Si irrobustisce la posizione della riviera con Orlandi presidente e De Scrilli nel cda. Infatti esclusa Barlocci

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Giochi fatti anche sulla questione della Start Plus: la partita a tre fra la provincia e i comuni di Ascoli e San Benedetto si conclude con un irrobustimento dell’asse fra la Riviera e Fratelli d’Italia, il cui accordo ha portato alla nomina di Luigi Orlandi (Centro Civico Popolare) come presidente e di Luigi De Scrilli come membro del cda. Un accordo che ha per effetto anche l’esclusione di Luciana Barlocci, inizialmente proposta dalla provincia per la presidenza. Ma sulle partecipate, evidentemente, vengono proiettate le tensioni vissute in maggioranza: stando al copione recitato finora, il comune avrebbe dovuto cercare di imporre un membro di Rivoluzione Civica a capo della società che gestisce il trasporto pubblico. Qualche settimana fa, però, il vertice comunale della riviera ha posto il proprio veto sulla candidatura di Barlocci. Il motivo? L’incompatibilità del ruolo che avrebbe assunto con quello di consigliere comunale. A questo punto però sarebbe da spiegare come mai dal 2019 la Start Plus è stata presieduta da Luca Cappelli, membro del consiglio ascolano. Alla Barlocci è stato quindi proposto di dimettersi dal consiglio, e ovviamente la proposta non è stata accettata. La partita è finita proprio in quel momento, ma la mossa non è stata delle più lungimiranti.

Sulle partecipate, infatti, ogni lista ha riscosso quel che c’era da riscuotere: nella Ciip, partita vinta dalla destra, la decisione di San Benedetto è stata presa da San Benedetto Viva, e ha portato all’inserimento di Gianluca Pompei, già coordinatore di Italia Viva, nel cda del consorzio. Il turno di Libera è invece arrivato con il capitolo Picenambiente, e infatti per la presidenza è stato designato Rolando Rosetti. In teoria, a questo punto, Spazzafumo avrebbe dovuto pensare a Rivoluzione Civica, anche perché Centro Civico Popolare ha già piazzato, all’insediamento, il presidente del consiglio comunale (Fanini). La lista guidata da Simone De Vecchis, però, è quella che ha mosso le critiche più aspre al sindaco dai banchi della stessa maggioranza, fatta eccezione per Giorgio De Vecchis. Ecco dunque che lo schema si è spezzato e questo non favorirà certo il processo di pace di cui Spazzafumo ha bisogno per governare. Va considerato, infatti, che l’attuale maggioranza consta di 15 consiglieri: escluso il sindaco e il presidente del consiglio, i ‘fedelissimi’ sarebbero sei (Libera e Rivoluzione Civica), mentre i due di San Benedetto Viva e soprattutto i tre di Rivoluzione hanno legato il proprio appoggio alle future decisioni del sindaco nel merito delle questioni più scottanti, come la Picenambiente e il futuro urbanistico della città. I due ex Rinascita Pasquali e De Renzis ora non hanno alcun bisogno di attaccare Spazzafumo. L’ex socialista farà sentire il proprio peso sul rinnovo del vertice alla Multiservizi.

Giuseppe Di Marco