Non è esibendo i muscoli che si combatte il fenomeno del bullismo

Il figlio è un bullo? Papà e mamma vengano multati! Potrebbe sintetizzarsi così l’iniziativa del Comune di Cento che nei prossimi giorni in consiglio comunale si pronuncerà per introdurre un articolo nel regolamento di polizia locale per sanzionare amministrativamente i genitori di minori responsabili di bullismo. I comportamenti di pregiudizio per la sicurezza urbana e nocumento per la civile convivenza, commessi a scuola, sui mezzi di trasporti, nei luoghi pubblici, acquisite le testimonianze di insegnanti, studenti e chiunque altro possa riferire elementi utili, costeranno da 100 a 300 euro, con il minimo garantito a quei genitori che avvieranno il bullo a un percorso di recupero. La notizia un po’ mi sconcerta. Innanzitutto per la scelta di trattare un tema sociale tanto delicato all’interno di un titolo riguardante “sicurezza e qualità dell’ambiente urbano”, dopo divieti vari, come quello di sbattere tappeti e tovaglie fuori dalla finestra di casa insudiciando la strada sottostante. Dubito poi della legalità di una normativa che immagino incapace di tipizzare i casi e i tempi di applicazione avendo riguardo ad un fenomeno caratterizzato da una pluralità enorme di condotte pregiudizievoli come il bullismo, peraltro già costituenti reato, come furto, estorsione, danneggiamento, minaccia, percosse, lesioni, rissa, diffamazione, stalking, violenza sessuale, istigazione al suicidio, ecc. Un Comune non può sostituirsi allo Stato incaricando la Polizia Municipale di contrastare la devianza sociale minorile prestando orecchio a ogni delatore. Comunque senza un considerevole impegno di spesa pubblica a coprire i costi, sia dei nuovi servizi di investigazione della Polizia Locale, sia per il ricorso a psicologi specialisti dell’età evolutiva per l’ascolto dei minori, la delibera comunale rimarrà una boutade e niente più, ma non per questo non va attenzionata e a mio avviso stigmatizzata. Minacciare una sanzione è mostrare i muscoli, sanzionare è tirare un colpo, ma tutto questo avviene quando già una vittima c’è. Se davvero si vuole diffondere la cultura della legalità e del rispetto della dignità e della diversità di ogni persona, contro ogni discriminazione e a tutela dell’integrità psicofisica dei minori, si investa in servizi sociali e scolastici capaci di prevenzione. Una scelta certo più impegnativa, incapace di assurgere agli onori della cronaca, ma di certo più utile a contrastare il bullismo.

Andrea Agostini