Nuove tecniche all’avanguardia per Cardiologia

L'ospedale 'Mazzoni' di Ascoli ha consolidato l'esperienza nel trattamento della sincope neurovegetativa con la cardioneuroablazione, un intervento innovativo che offre una nuova opzione terapeutica per pazienti con sincopi frequenti e invalidanti.

Nuove tecniche all’avanguardia per Cardiologia

L'ospedale 'Mazzoni' di Ascoli ha consolidato l'esperienza nel trattamento della sincope neurovegetativa con la cardioneuroablazione, un intervento innovativo che offre una nuova opzione terapeutica per pazienti con sincopi frequenti e invalidanti.

Con il quarto intervento eseguito nell’arco di tre mesi e con l’ultimo effettuato a fine luglio su un uomo di 30 anni, si consolida l’esperienza dell’unità operativa complessa di cardiologia dell’ospedale ‘Mazzoni’ di Ascoli, diretta da Pierfrancesco Grossi, nel trattare le forme invalidanti di sincope neurovegetativa con la procedura innovativa chiamata cardioneuroablazione. Un tipo di intervento, questo eseguito dall’équipe dell’unità operativa semplice di elettrofisiopatologia di cui è responsabile Procolo Marchese, che si conferma essere uno strumento terapeutico utile che l’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli mette a disposizione dei cittadini/pazienti. "La sincope – spiega il cardiologo elettrofisiologo Marchese – è una perdita di coscienza temporanea. La forma più frequente nei giovani è quella che si verifica, ad esempio, alla vista del sangue, per una forte emozione, per la prolungata stazione eretta in luoghi caldi e affollati. Prende il nome di sincope vasovagale ed è causata da una transitoria eccessiva funzione del nervo vago che prevale sul sistema simpatico generando un repentino calo di frequenza cardiaca e/o di pressione arteriosa responsabili, appunto, della sincope. Ci sono persone che hanno sincopi frequenti e invalidanti dovute, prevalentemente, a transitorie pause del ritmo cardiaco". Per questi pazienti la cardioneuroablazione è una nuova opzione di cura. "Attraverso una mappa 3D ottenuta da una Tac cuore – aggiunge Marchese – si individuano le ‘stazioni nervose’ del nervo vago e si procede alla loro eliminazione, ablazione, mediante un catetere inserito da una vena periferica. Dopo il trattamento tutti i pazienti vengono monitorizzati a distanza con un sistema che analizza l’elettrocardiogramma e ne trasmette i dati in telemedicina al reparto ospedaliero".