
Alcuni dei cuccioli Appa: i verbali sono fondamentali per affidarli in modo corretto
Il Tribunale amministrativo regionale delle Marche ha accolto il ricorso dell’Associazione protezione e patto per gli animali (Appa), riconoscendo il diritto dell’associazione ad accedere ai verbali di cattura degli animali ospitati presso il canile pubblico di Offida. Il servizio veterinario dell’AST di Ascoli, che da settembre 2024 aveva improvvisamente interrotto l’invio della documentazione – fino ad allora fornita regolarmente – è stato condannato dal Tar non solo a consegnare i documenti, ma anche al pagamento delle spese legali.
L’Appa, da sempre attiva nella gestione di rifugi e nella tutela legale degli animali, aveva utilizzato quei verbali per aggiornare gratuitamente un’applicazione pubblica utile alle adozioni, al ricongiungimento con gli animali smarriti e alla gestione delle pratiche burocratiche. L’associazione ha più volte sollecitato il servizio veterinario a riprendere l’invio, anche attraverso l’intervento del Difensore Civico, il quale aveva già riconosciuto la legittimità della richiesta. Tuttavia, anche di fronte a un invito istituzionale, l’Ast ha mantenuto la sua posizione di rifiuto, costringendo l’Appa a ricorrere al Tar per vedere riconosciuto un diritto sancito dalla normativa sulla trasparenza e dalla legge regionale che impone agli enti pubblici di fornire alle associazioni protezioniste ogni informazione utile alla vigilanza sul benessere animale.
"Una vittoria di civiltà che vogliamo dedicare agli animali, vittime innocenti e silenziose di abbandono, maltrattamenti e uccisioni", ha commentato l’associazione, esprimendo al contempo amarezza per il comportamento dell’ente pubblico. "È sconfortante constatare che risorse pubbliche – tempo di dirigenti, avvocati, denaro dei cittadini – siano state impiegate per ostacolare l’operato gratuito di chi, da anni, lavora al fianco delle istituzioni per contrastare il randagismo e tutelare gli animali del territorio".
Il pronunciamento del Tar rappresenta non solo un successo per l’Appa, ma un importante precedente a tutela del diritto di accesso agli atti da parte delle associazioni impegnate nella protezione degli animali. Una conferma che il principio di legalità vale anche per chi non ha voce: gli animali più fragili e indifesi.