
Morto accoltellato sul lungomare di San Benedetto: i rilievi dei carabinieri
San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 11 aprile 2025 – Resta in carcere Francesco Sorge, il sambenedettese di 30 anni accusato di rissa aggravata e lesioni aggravate dall’uso di una catena, porto abusivo di arma in luogo pubblico. Sorge è stato arrestato il 20 marzo scorso per ordine del giudice delle indagini preliminari del tribunale di Ascoli Angela Miccoli su richiesta della Procura che lo ritiene fra i partecipanti attivi alla rissa avvenuta domenica 16 marzo a San Benedetto nella quale è stato ucciso a colpi di arma da taglio Amir Benkharbouch, 24 anni di origini tunisine, residente a Giulianova; anche altri soggetti sono rimasti feriti, più o meno gravemente.
Dopo un lungo ricovero all’ospedale regionale di Torrette, dove gli è stata asportata chirurgicamente la milza, nei giorni scorsi è stato tradotto in carcere anche il suo amico Daniele Seghetti. Sorge aveva presentato ricorso al tribunale della libertà chiedendo la scarcerazione o quantomeno la concessione degli arresti domiciliari.
La Procura di Ascoli ha espresso parere negativo e il Riesame ha respinto il ricorso, per cui il sambenedettese resta ristretto nella casa circondariale di Ascoli. Respinto anche il ricorso presentato da Helmi Nessibi, di 29 anni, che dopo il fatto era stato ricoverato all’ospedale di San Benedetto a seguito delle ferite subite nella violenta rissa all’arma bianca. Il giovane era stato posto all’obbligo di dimora, misura cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Ascoli Angela Miccoli contro la quale ha fatto ricorso, ma l’istanza è stata anche nel suo caso respinta. In occasione dell’interrogatorio di garanzia Sorge ha detto al giudice Miccoli che grazie al suo intervento la rissa non era ulteriormente degenerata, andando oltre alle già gravissime conseguenze che aveva determinato.
Nel pomeriggio dell’omicidio, il giovane si era presentato spontaneamente nella stazione dei carabinieri di San Benedetto rilasciando dichiarazioni. Ha raccontato che la notte precedente lo aveva chiamato Daniele Seghetti con una telefonata nella quale gli aveva riferito della prima parte della rissa avvenuta all’interno del Kontiki, chiedendogli aiuto. Sorge abita a due passi ed è giunto in pochi minuti. Ha raccontato che alla vista del coltello impugnato da un ragazzo, ha preso una catena nel cestino di una bicicletta e l’ha brandeggiata verso terra per proteggere sé stesso e Seghetti, colpito però ad un fianco con una coltellata. Ha poi detto in quel pomeriggio del 16 marzo ai carabinieri di aver visto il coltello a terra vicino all’entrata del Kontiki, dove era avvenuto l’accoltellamento.