Operaio ucciso, nessuna colluttazione

Bivio Cascinare, le analisi della scientifica in casa dei lavoratori indiani non mostrano segni di lotta: si stringe il cerchio intorno al coinquilino

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Nessuno schizzo di sangue sui muri e quindi nessun elemento che possa far pensare ad una colluttazione. E’ stato fondamentale l’ultimo sopralluogo del Reparto scientifico dei carabinieri nella casa di Bivio Cascinare teatro dell’omicidio Satwant Singh, l’operaio indiano di 29 anni, ucciso con una coltellata sferrata presumibilmente dal suo coinquilino. L’esame con il luminol, svolto alla presenza del legale della vittima, l’avvocato Danilo Mascitti, ha permesso infatti di identificare tutte le tracce di sangue occulte e di stabilire, quasi con assoluta certezza, che la vittima è stata colpita dal connazionale 56enne con il grosso coltello da lavoro sequestrato dagli inquirenti. Oltre alla pozza di sangue rinvenuta sul vano in cui è deceduto Satwant, gli specialisti del Reparto scientifico non hanno rinvenuto schizzi di sangue significativi che possano far pensare ad una violenta colluttazione tra la vittima e il suo assassino. Importante invece l’analisi, sempre attraverso il luminol, della stanza dove dormiva il 56enne indagato per omicidio volontario. Anche lì non sono stati rinvenuti segni di colluttazione e tracce di ematiche compatibili con momenti di lotta tra i due. E’ stata invece evidenziata una scia di sangue sul pavimento che sarebbe attribuibile all’aggressore. Secondo gli investigatori, infatti, l’uomo si sarebbe auto inferto una coltellata per simulare un evento con una dinamica differente rispetto a quella reale. Ipotesi, questa, confermata in parte dagli altri due coinquilini testimoni del delitto, che hanno sempre affermato di non aver mai visto la vittima impugnare un coltello. Tornando alla scia di sangue trovata all’ingresso della stanza dove dormiva il presunto assassino, va detto che gli inquirenti tenderebbero ad attribuirla al trascinamento dell’aggressore al momento dei soccorsi. Dunque sembra chiudersi il cerchio su questo brutale delitto, consumatosi la notte del 18 ottobre e maturato in un contesto sociale e abitativo che dovrebbe far riflettere i molti addetti ai lavori sulle condizioni di vita di lavoratori figli del nuovo schiavismo e spesso soggiogati dagli stessi connazionali.

Fabio Castori