"Opportunità Superbonus, dateci più tempo"

Cantalamessa e Ubaldi: "Nell’area del cratere sismico fino al 2026 per fornire un supporto determinante al processo di ricostruzione"

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La città è un cantiere in continuo fermento: impalcature e operai spuntano ovunque in centro storico, dove gli immobili hanno qualche annetto in più sulle spalle, ma anche in periferia. È l’effetto dell’avvio della ricostruzione post sisma e dei vari bonus messi in campo dal Governo, che stanno moltiplicando i lavori in città. La conferma dell’interesse intorno a questi temi è arrivata da circa mille partecipanti, tra professionisti e imprenditori, all’appuntamento telematico ‘Superbonus 110: dalla teoria alla pratica’ organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Ascoli con il Centro studi Prometeo, in sinergia con Ance Ascoli e con il coinvolgimento di architetti, ingegneri e geometri. Tantissime le domande, dai condòmini che si oppongono all’esecuzione dei lavori agli immobili collabenti, dal visto di conformità agli aspetti che attengono la stipula di contratti assicurativi in capo ai tecnici e professionisti coinvolti. Il presidente dei commercialisti, Carlo Cantalamessa, ha spiegato che "per il 110% ci sono solo problematiche tecniche ma anche difficoltà oggettive legate ai tempi di effettuazione dei lavori. Riteniamo che il termine del 30 giugno 2022 per l’ultimazione dei lavori costituisca un grave ostacolo per la piena riuscita dell’intervento, ancor di più per il nostro territorio che ha subìto il gravissimo danno del sisma. Abbinare i vantaggi fiscali del superbonus con i contributi per la ricostruzione è un’opportunità unica che non può essere vanificata. Chiediamo alla politica che ci sia quanto prima una proroga almeno fino al 2023 della misura su scala nazionale, mentre per le aree colpite dal sisma l’operatività dell’agevolazione dovrebbe essere molto più ampia". Il presidente di Ance Ascoli, Massimo Ubaldi, ha ricordato che "come proposto in maniera lungimirante dal commissario Legnini, è assolutamente vitale che, nell’area del cratere sismico, il 110% non solo venga esteso anche agli immobili produttivi ma soprattutto rimanga attivo per più tempo, fino al 31 dicembre 2026, per fornire un supporto determinante al processo di ricostruzione che solo da pochi mesi è partito. Oggi possiamo dire che il più grande cantiere d’Europa, quello del centro Italia colpito dal sisma, è finalmente aperto ma c’è ancora moltissimo da fare se pensiamo che, a distanza di un anno dall’indagine sulla ricostruzione, immaginavamo impegni finanziari per circa 6,5 miliardi mentre oggi siamo a poco più di un decimo di questo valore. Molto del tempo impiegato è stato speso per la risoluzione di questioni relative alle sanatorie, spesso di piccola entità, e certamente le incognite sono ancora tante per le imprese. Malgrado tutto siamo ottimisti e speriamo di poter recuperare al più presto il terreno perduto".