Il dramma dei padri separati ad Ascoli. "Così aiutiamo chi ha bisogno"

Un’associazione offre vitto e alloggio: "Tanti casi difficili"

De Carolis e Panichi insieme al vescovo D’Ercole

De Carolis e Panichi insieme al vescovo D’Ercole

Ascoli, 12 ottobre 2018 - «I bambini al primo posto: lottiamo in nome della bigenitorialità». È questo l’obiettivo principale dell’associazione ‘Separazione Papà’, nata il 24 aprile grazie a un’idea del presidente Gianni De Carolis e del suo vice, Enrico Panichi. È proprio quest’ultimo a raccontarci la storia di della nuova realtà, che si propone di offrire una base sicura a tutti quei padri che, dopo la separazione, si sono trovati a vivere in un limbo

Panichi, come è nata l’associazione?

«La cosa ha preso il via ufficiosamente il 4 aprile, durante un’assemblea con la Diocesi a cui ha presenziato, oltre al parroco di San Marcello don Alberto Fossati, anche il vescovo Giovanni D’Ercole, che ha preso a cuore la nostra iniziativa mettendo a disposizione una struttura adiacente alla parrocchia, in via Piemonte 1, dove si trova la nostra sede».

Di cosa vi occupate?

«Il nostro intento è quello di aiutare i padri nel difficile percorso della separazione. Offriamo innanzitutto la prima accoglienza, visto che molti si trovano improvvisamente senza un tetto sulla testa. La nostra sede è dotata di 17 posti letto e di una mensa, per garantire un riparo e dei pasti caldi a chi, improvvisamente, ha perso tutto. Oltre a ciò, offriamo anche assistenza legale e psicologica».

Quante persone ci sono adesso e cosa stanno affrontando?

«Al momento i posti letto sono tutti occupati. Spesso non si pensa alle problematiche che deve affrontare un padre dopo la separazione, ma la verità è che il più delle volte non si riesce ad andare avanti da soli. I padri sono costretti a lasciare la proprie case e a ricominciare da zero, portandosi dentro il trauma del distacco dai propri figli».

Giuridicamente parlando, i padri sono tutelati?

«Purtroppo, la legge attuale stabilisce che i bambini debbano restare in casa con la madre, anche se la casa è stata acquistata dal padre. Credo che ci sia ancora una disparità di fondo a livello legislativo, anche il disegno di legge di Pillon sull’affido condivisio lascia ben sperare».

Quale potrebbe essere la soluzione?

«Noi propugniamo per una legge che tenga conto della bigenitorialità, perché al primo posto ci deve essere sempre la tutela dei minori, che hanno bisogno di due figure genitoriali. Spesso i padri possono vedere i loro figli solo nei week-end, e credo che questo sia profondamente ingiusto».

Quali sono i casi più difficili che vi siete trovati a gestire?

«Abbiamo accolto un padre con due figli, e si trovano ancora nella nostra sede. Recentemente, è venuto a stare da noi un uomo di Grottammare costretto a vivere nella sua auto. Ci sono situazioni davvero disperate».

I padri bisognosi di aiuto, come possono contattarvi?

«Possono scriverci una mail all’indirizzo separazione.padri.ap@gmail.com oppure chiamarci al numero 347/3619073. Abbiamo anche una pagina e un gruppo Facebook. Il nostro Iban, per le donazioni è IT77B0200813507000105229853».