Palariviera, rischio cattedrale nel deserto

I sette dipendenti del multisala attualmente non vengono retribuiti, le altre attività sono in sofferenza e la città è senza cinema

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Come nelle sabbie mobili, chi si trova invischiato nella vicenda del Palariviera rischia di sprofondare nel tentativo di uscirne. Dopo mesi di liti con la precedente amministrazione la Palacongressi, che gestisce l’intera struttura, non ha ancora trovato una società che si occupi del multisala. In verità va detto che i rapporti contrattuali con il precedente gestore, la Madison, non sono ancora stati risolti. E altrettanto bisogna dire che i dipendenti del multisala stanno andando avanti senza stipendio e senza cassa integrazione. A rimetterci, di sponda, è l’offerta culturale di San Benedetto, una città con quasi 50mila abitanti che d’estate si raddoppiano, se non addirittura triplicano. In tutto questo, l’amministrazione comunale non sembra dare segno di interessarse, ed è forse questo l’aspetto più grave, dato che il Palariviera rischia di trasformarsi definitivamente, se non si interviene subito, in una cattedrale nel deserto. In realtà la consapevolezza, in giunta, ci sarebbe pure: "La situazione è incresciosa - afferma l’assessore alla cultura Lina Lazzari - il futuro della struttura non potrebbe essere più incerto, mentre questa città continua a non avere un cinema. Certo, c’è il Concordia, ma è una soluzione mista in cui il cinema deve barcamenarsi con la stagione teatrale, e non sempre la convivenza è possibile".

L’altro baluardo in centro, il Cinema delle Palme, ha chiuso i battenti più di 10 anni fa e perdipiù quest’anno il comune non è riuscito ad organizzare le proiezioni all’aperto per mancanza di tempo. Nel frattempo, in via Aldo Moro continua a gonfiarsi un’enorme bolla che nessuno ha ancora il coraggio di far esplodere. Il problema che richiede un intervento immediato è senza dubbio quello dei lavoratori: i sette dipendenti del multisala attualmente non vengono retribuiti e, terminata la cassa Covid, non possono neanche beneficiare dell’ammortizzatore ordinario. Questo, infatti, viene assicurato solo a fronte della garanzia che l’attività riprenderà. Garanzia, questa, che non sussiste, dato che Madison ha più volte comunicato la propria volontà di recedere dal contratto. Volontà o meno, però, il recesso non è ancora avvenuto ufficialmente, e questo impedisce alla Palacongressi di mettersi a ragionare con un nuovo interlocutore interessato. Se anche questa matassa dovesse sbrogliarsi, però, ci sarebbe un altro grande problema: la struttura necessita di un intervento di efficientamento energetico, o nelle condizioni attuali non sarà possibile utilizzarla, dato l’enorme rincaro delle utenze. In parallelo, ci sarebbe anche da pensare agli altri inquilini del Palariviera: le otto imprese che, una volta chiuso il cinema, hanno lavorato sempre meno. Imprenditori che hanno già scritto al comune, ottenendo blande rassicurazioni. Tutto volato via col vento.

Giuseppe Di Marco