
L’appello dell’associazione Plastic free: finiscono in mare e distruggono l’ambiente, raccoglieremo le firme
Ascoli Piceno, 22 maggio 2025 – Un’iniziativa lodevole che a San Benedetto sembra essere stata già recepita quella dell’associazione Plastic Free, che chiede di vietare su scala nazionale gli ombrelloni hawaiani in rafia sintetica, considerati una minaccia silenziosa per l’ecosistema marino.
L’associazione ambientalista, nota per le sue campagne contro la plastica, punta il dito contro questi accessori esotici presenti in alcuni stabilimenti italiani: sotto il sole e la salsedine, rilascerebbero microparticelle inquinanti, destinate a finire in mare o tra le alghe. Ma lungo il litorale sambenedettese, confermano gli stessi operatori, gli ombrelloni incriminati rappresentano un’eccezione, non la regola. “Siamo attenti e sensibili alle tematiche ambientali”, sottolinea Francesca Rossi Bollettini di Federbalneari Marche titolare dello chalet La Conchiglia. “Noi come Federbalneari promuoviamo ogni azione che tuteli il territorio. Se qualcuno non è attento, ci dissociamo: ma all’interno delle nostre realtà si praticano politiche ecocompatibili. Le associazioni portano avanti cause giuste, ma è bene ricordare che i concessionari sono amici della natura. Il turista non sceglierà mai una zona potenzialmente inquinata per le sue vacanze”.
Un concetto ribadito, con tono più tagliente, anche da Emidio Del Zompo, consigliere comunale a Monteprandone e titolare dello chalet La Bussola. “Va bene la difesa dell’ambiente, ma qui si esagera. A San Benedetto gli chalet con gli ombrelloni hawaiani saranno al massimo tre o quattro. E anche lì, non è sempre chiaro se si tratti davvero di rafia sintetica o di fibre naturali. I concessionari sono attenti all’ambiente, fanno raccolta differenziata, puliscono le spiagge anche dopo le mareggiate e si battono contro i mozziconi di sigaretta. Quindi, attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio. Questa situazione mi lascia maliziosamente pensare si, in un momento particolarmente delicato per i concessionari e prima della stagione estiva, questa loro battaglia sia veramente opportuna e utile o se si voglia sollevare un po’ di polemica attaccando i concessionari solo per avere più visibilità”.
La campagna di Plastic Free, accompagnata da una petizione e da una mobilitazione social, ha comunque il merito di accendere i riflettori su un aspetto poco noto: la composizione degli oggetti da spiaggia e il loro impatto ambientale.