Paolo Guerino morto sul lavoro a San Benedetto, due indagati

L'peraio è stato travolto dalla terra mentre era in cantiere: ora l'autopsia

Infortunio sul lavoro a San Benedetto

Infortunio sul lavoro a San Benedetto

San Benedetto (Ascoli), 20 febbraio 2020 - Prende corpo l’inchiesta della Procura di Ascoli sulla tragica morte sul lavoro (foto) di Paolo Guerino, 65enne operaio di una ditta di Salerno impegnata nella posa di un collettore fognario in viale dello Sport per conto del Ciip di Ascoli.

Il sostituto procuratore Cinzia Piccioni, indaga per omicidio colposo e oggi affiderà l’incarico di effettuare l’autopsia sul corpo dello sfortunato campano, prossimo alla pensione. Un accertamento irripetibile al quale hanno diritto di prendere parte legali e periti degli indagati che dovrebbero essere due, entrambi riconducibili alla ditta che stava eseguendo i lavori a San Benedetto. Pochi dubbi che a togliergli la vita sia stata la terra che gli è precipitata addosso, ma è doveroso l’accertamento autoptico che sarà affidato agli esperti del servizio di medicina legale dell’Area Vasta 5. Al termine dell’autopsia, che dovrebbe essere effettuata nella giornata di oggi, la salma di Paolo Guarino sarà restituita ai familiari. L’anziano operaio probabilmente era dentro lo scavo per la posa di un collettore fognario quando il terreno gli è franato addosso, sommergendolo. Lo testimonierebbe la presenza a terra degli attrezzi che stava utilizzando per svolgere la sua mansione lavorativa.

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Talmente gravi le sue condizioni che non è stato possibile il trasferimento in eliambulanza ad Ancona, essendo impossibile per i sanitari del 118 stabilizzarlo per il trasferimento in volo: è morto poco dopo il ricovero all’ospedale di San Benedetto. All’esito dei primi accertamenti effettuati da carabinieri e dal personale del Servizio protezione e sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Asur, è emerso che quel tratto di scavo non era stato puntellato, come invece avvenuto nei tratti precedenti, e questo avrebbe causato il cedimento del terreno. Una cosa anomala poiché, in base a quanto accertato, fino a quel momento gli operai avevano usato tutti i presìdi di sicurezza realizzando paratie di ottima qualità. Una protezione però assente proprio nel punto dove si è verificato il cedimento del terreno che ha travolto Guarino. La Procura di Ascoli ha sospeso i lavori per il tempo necessario ai rilievi e poi ha riconsegnato il cantiere alla ditta, disponendo prescrizioni per consentire la messa in sicurezza dello scavo a causa del pericolo pioggia. Carabinieri e personale dell’Asur hanno messo insieme un copioso materiale video fotografico che ha cristallizzato lo stato dei luoghi. Per la magistratura ascolana il quadro è piuttosto chiaro e alla mancata realizzazione del puntellamento viene fatto risalire l’improvviso crollo del cunicolo e la conseguente tragedia. Da stabilire attraverso l’inchiesta a chi competeva la responsabilità di far sì che tutti i presìdi di sicurezza fossero messi in atto a salvaguardia degli operai e della pubblica incolumità.