"Patrimonio di villa Sgariglia nel completo abbandono"

Franco Passarini: "Terreni compromessi dopo anni di duro lavoro"

"Patrimonio di villa Sgariglia nel completo abbandono"
"Patrimonio di villa Sgariglia nel completo abbandono"

Patrimonio agrario degli ex Sgariglia terra di nessuno, abbandonato e nel degrado. La villa, un tempo struttura ricettiva è in piena decadenza, per non parlare del Santuario dell’Assunta, la chiesa, un tempo luogo ideale per matrimoni e battesimi, al momento è inagibile ed è stato più volte saccheggiata, mentre il valore del patrimonio arboreo produttivo dei terreni è praticamente azzerato. Sull’argomento interviene Franco Passarini che ha voluto porre l’accento sulla gestione di queste terre. "Dopo la seconda guerra mondiale – racconta – dal 1948 al ’55 le proprietà agrarie dell’allora istituti riuniti di cura e ricovero, circa 1400 ettari, sono stati gestiti dal perito agrario Eugenio Passarini in qualità di direttore tecnico e amministrativo. In quel periodo sono iniziate le trasformazioni agrarie e fondiarie, sulla proprietà sono stati impiantati viti, ulivi e frutti mentre nell’ambito zootecnico si sono intensificati gli allevamenti di bovini di razza marchigiana. Grazie a lavoro si è portato benessere a circa 200 famiglie condotte a mezzadria, fino a quando l’Ente Istituti riuniti di ricovero e cura è stato soppresso e la proprietà è stato suddivisa tra l’ospedale Mazzoni e il comune di Ascoli (Villa Sgariglia, Campolungo, Valle Orta Appignano e la Sentina di San Benedetto). Il lavoro di Eugenio Passarini è stato raccolto da me, ho portato avanti il compito con grande soddisfazione, ho ottenuto tante soddisfazioni e anche una laurea honoris causa in agraria, alla fine del mandato conferito dal sindaco Mario Cataldi tutto è stato restituito con un saldo attivo di 144.085.709 lire. Poi la proprietà fu ridotta a brandelli a causa del disinteresse dei vari governi comunali. In questi anni fu fatta la scelta di affidare ai privati la gestione, che non hanno garantito la variazione delle culture con perdite di circa 250 milioni di vecchie lire. Circa 80 ettari delle fertile terre di Campolungo furono cedute in affitto da un coltivatore, che si aggiudicò l’asta pubblica. Nel 2008 il comune fece causa al conduttore per inadempienza nei pagamenti dei sei anni, il Comune ha vinto nel primo e secondo grado, con condanna dell’affittuario al pagamento di 210mila euro, e spese legali, che il Comune non riesce ad ottenere perché il soccombente è nullatenente. Adesso il Comune di Ascoli ha deciso di fino a maggio 2024 l’utilizzo dei terreni annessi alla Villa ad un’azienda, per evitare danni, ma dopo anni di abbandono queste terre sono in uno stato di totale degrado colturale. Per non parlare della villa, lesionata dal terremoto, all’interno tutto è abbandonato e all’esterno la vegetazione ha preso il sopravvento".