Pedone investito sulla ciclabile: a processo

Un 37enne di Monteprandone accusato di lesioni stradali gravi. Il perito nominato dal tribunale: "Un danno biologico del 28%"

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"Le conseguenze dell’essere stato investito hanno comportato un danno biologico del 28% ed è verosimile che la vittima sia stato colpito sul lato destro con caduta al suolo in avanti e sul lato sinistro". Queste le conclusioni a cui è giunto il dottor Danilo Del Medico, perito nominato dal tribunale di Ascoli nell’ambito di un processo che vede un 37enne di Monteprandone accusato di lesioni stradali gravi. Parliamo di un episodio avvenuto l’8 giugno del 2017 a San Benedetto. Un sambenedettese di 67 anni quel giorno era a passeggio lungo la pista ciclabile del lungomare. Stava transitando all’altezza del Lido balneare dell’Esercito (concessione 20) quando è stato investito da una bicicletta in sella alla quale c’era il 37enne M.M. Un impatto violentissimo, probabilmente dovuto anche alla velocità sostenuta.

Il ciclista non è riuscito a frenare ed ha travolto il pedone a passeggio che fu soccorso da un’ambulanza del 118 e trasferito all’ospedale Madonna del Soccorso per le gravi conseguenze dell’incidente: l’anziano riportò infatti multipli focolai emorragici alla testa, diversi traumi, ferite, la frattura dello zigomo destro, la frattura della clavicola. Venne ricoverato in prognosi riservata. Traumi che hanno determinato 120 giorni di malattia, di cui 15 di inidonietà biologica assoluta, 50 giorni al 75% e 55 giorni al 50%, con una riduzione dell’integrità psico fisica (danno biologico) del 28%. Sul luogo dell’incidente intervennero i carabinieri ai quali si presentò il ciclista. Riferì che l’anziano gli era spuntato da dietro una palma mentre lui in bici viaggiava in direzione Porto d’Ascoli e che, avendolo visto all’ultimo momento, non aveva fatto in tempo a frenare. Nell’impatto con la parte anteriore della bicicletta, entrambi finirono a terra, ma l’anziano pedone ebbe la peggio per conseguenze alla salute molto gravi.

Il ciclista è difeso dall’avvocato Vecchiotti, il pedone investito si è costituito parte civile, assistito dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti. Un fatto sul quale farà luce il processo, ma che a prescindere pone in evidenza l’utilizzo della pista ciclabile che si sviluppa da Porto d’Ascoli fino a Cupra Marittima, non sempre utilizzata con prudenza dai ciclisti o da chi la percorre con i pattini a rotelle o, moda degli ultimi anni, in monopattino. Spesso c’è chi porta una velocità eccessiva ignorando che c’è la necessità di attraversarla per chi si reca negli stabilimenti balneari e in spiaggia. In tutti i casi occorre attenzione anche da parte dei pedoni.

Peppe Ercoli