Picenambiente, la palla passa al segretario Zanieri

Ai consiglieri di maggioranza che hanno chiesto l’annullamento della delibera è stato risposto che ora si chiederà un parere: analisi entro martedì

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Picenambiente, c’è aria di cambiamento oppure è iniziata la solita sconfortante melina di Viale De Gasperi? Ai consiglieri di maggioranza che hanno chiesto l’annullamento della delibera che esclude la società dal perimetro del bilancio consolidato, è stato risposto che, in merito, verrà chiesto un parere al segretario generale Stefano Zanieri. Lo scopo, apparentemente, è portare sul tavolo della prossima maggioranza, che si terrà martedì, un’analisi giuridica sull’eventuale modifica della delibera. In sostanza, il segretario è chiamato a dire se si può fare o meno. Gli scenari che ora si aprono sono quindi due: Zanieri potrebbe affermare che la Picenambiente è società mista non soggetta a controllo pubblico. Un’eventualità remota, perché in quel caso i consiglieri di maggioranza non voterebbero la delibera e l’amministrazione Spazzafumo, travolta dalla terza sfiducia nell’arco di tre mesi, cadrebbe il 29 settembre, giorno del consiglio comunale. L’alternativa, per andare avanti, è modificare la delibera e includere la Picenambiente nel gruppo dell’amministrazione sambenedettese. Cosa ne deriverebbe giuridicamente? A livello sostanziale ben poco, perché di fatto la società continuerebbe ad essere ‘mista’, e non controllata. Ecco dunque l’ancora di salvezza: modificare la delibera, ma fare in modo che la questione non vada ulteriormente avanti. Prendendo tempo, facendo passare mesi per far sì che l’opinione pubblica torni a disinteressarsi dell’argomento. Argomento che invece merita di essere definito in un modo o nell’altro, e di certo non è sufficiente la sola sentenza del Tar, datata 2019, per porle fine. Va ricordato, infatti, che senza addurre motivazioni il comune non impugnò mai quella sentenza in Consiglio di stato, accettando passivamente il primo grado di giudizio. Va ricordato che, in tal senso, una sentenza della Corte dei conti sancisce che le società a maggioranza pubblica ricadono sotto il controllo pubblico. È chiaro, da queste semplici constatazioni, che il caso Picenambiente debba essere ulteriormente approfondito, considerando che il comune di San Benedetto versa, per la raccolta e gestione dei rifiuti, qualcosa come 10 milioni l’anno. Il tema è interessante anche per il confronto che ha generato fra l’organo di indirizzo politico e la macchina amministrativa. Parte della maggioranza, infatti, avrebbe espresso l’opinione per cui la gestione delle società partecipate, e quindi della Picenambiente, dovrebbe essere tolta all’attuale vertice dell’Area Risorse, rappresentato da Catia Talamonti: l’idea sarebbe di mettere il faldone nelle mani di un altro profilo dirigenziale, per istruire una pratica finalizzata al controllo pubblico della società che gestisce i rifiuti. L’ultima parola spetta al sindaco Spazzafumo: a inizio settimana se ne conoscerà il responso.

Giuseppe Di Marco