Pillola anti Covid nasce ad Ascoli? La città in pole per la produzione

Lo stabilimento di Campolungo della Pfizer è un serio candidato: prima fase di sperimentazione ok

Lo stabilimento Pfizer di Ascoli si candida per la produzione della pillola anti Covid

Lo stabilimento Pfizer di Ascoli si candida per la produzione della pillola anti Covid

Ascoli, 13 settembre 2021 - Lo stabilimento Pfizer di Ascoli è un serio candidato per la produzione della nuova pillola antiCovid, attualmente in fase di sperimentazione negli Stati Uniti. La casa farmaceutica sta infatti portando avanti i test del Pf-07321332, il farmaco sul quale sono riposte tante aspettative nella lotta contro il Coronavirus e che già entro la fine dell’anno potrebbe vedere la luce o quantomeno ottenere il via libera alla diffusione.

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E, se tutto andrà per il meglio, ci sono buone probabilità che il medicinale venga prodotto nello stabilimento di Campolungo, l’unico, assieme a quello di Catania, presente in Italia oltre alle sedi legali di Milano e Roma. Dall’azienda farmaceutica trapelano conferme sul fatto che possa essere utilizzato proprio il sito ascolano per realizzare l’importante pillola che ha già dato buoni risultati durante la prima fase di sperimentazione e che in questo periodo è sottoposta alla fase 2/3. Se l’efficacia di questo nuovo strumento dovesse essere accertata, si riusciranno a ridurre drasticamente gli effetti più gravi della malattia: basterà buttare giù una pasticca con un sorso d’acqua non appena iniziano ad insorgere i primi sintomi del virus.

Probabilmente, per la diffusione su larga scala ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma la produzione potrebbe già partire con l’inizio del nuovo anno. Il campo d’azione è delicato e il condizionale è d’obbligo per ogni minimo passaggio sperimentale o burocratico che sia, ma fin dai primi giorni di settembre i vertici della multinazionale statunitense hanno mostrato ottimismo sugli effetti positivi del nuovo farmaco, che tecnicamente viene definito un inibitore della proteasi, ovvero si basa su un principio attivo progettato per bloccare l’enzima che di fatto consente al virus di replicarsi all’interno delle cellule umane. Attualmente, gli stabilimenti italiani di Pfizer non hanno alcuna relazione con la produzione dei vaccini, poichè per tutta l’Europa vengono realizzati nella sede belga dell’azienda.

E chissà che invece la nuova pillola non possa prendere la strada di Ascoli: per il sito di Campolungo sarebbe un bel riconoscimento prima di tutto in termini di prestigio, ma i benefici sarebbero anche economici per la comunità locale, viste le inevitabili ripercussioni positive in termini occupazionali che questa produzione garantirebbe.