Piunti: "Città accogliente, tanti arrivano e restano qui"

Il sindaco sambenedettese analizza i dati Istat: "C’è una diminuzione dei residenti molto contenuta, un segnale positivo"

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San Benedetto è la prima città della provincia per numero di abitanti: il sorpasso sul capoluogo è compiuto, ma la città rivierasca deve comunque fare i conti con numeri al negativo. Perché questo 2020 si era aperto con un numero di residenti pari a 47.533, per arrivare a fine aprile (ultimo dato Istat disponibile) a 47.469: quindi in quattro mesi San Benedetto ha perso 64 abitanti, frutto di una natalità troppo bassa per tenere il passo dei decessi. Infatti il saldo naturale è quello che condanna San Benedetto al segno ‘meno’, perché in realtà i nuovi iscritti all’anagrafe superano i cancellati, seppur di poche unità (5 a gennaio, 9 a febbraio, 4 a marzo e 7 ad aprile).

"Il calo – ha detto il sindaco Pasqualino Piunti commentando questi numeri – è molto contenuto, parliamo di un fattore fisiologico che si registra in quasi tutte le città. Il fatto che la diminuzione di abitanti sia così poco rilevante sta a significare che la nostra è una città accogliente. Credo che San Benedetto abbia un’organizzazione sociale funzionale a contenere questo calo, che ci ha permesso di superare Ascoli, senza nulla togliere al capoluogo". Il paradosso è che il centro più grande della provincia rischia di non avere rappresentanti nel prossimo consiglio regionale: "Confidiamo che la composizione della giunta possa far sì che anche San Benedetto sia rappresentata": il riferimento è all’assessorato a Castelli, che aprirebbe le porte di palazzo Raffaello ad Andrea Assenti.

Tornando alla questione demografica, Piunti ha concluso: "Da noi chi viene da fuori per qualsiasi motivo spesso resto: perché mette su famiglia oppure perché si innamora della città". Certo è che le mete più gettonate, forse anche per un discorso di costo della vita, sono altre: in Vallata il calo degli abitanti è molto più contenuto e in alcuni casi, come a Castel di Lama e Appignano, si registrano addirittura dei piccoli aumenti di residenti, nonostante il saldo naturale negativo sia una costante praticamente ovunque. L’esatto contrario di quello che accade nella zona montana, dove i paesi già poco abitati continuano a registrare uno spopolamento preoccupante: Arquata fa segnare 1.047 residenti, Acquasanta 2.606, Force 1.214, Montemonaco 556, Montegallo 462. Qui l’effetto sisma è stato sicuramente molto forte e sarà interessante capire se e quanti torneranno in questi paesi una volta che verrà completata la ricostruzione: la sensazione è che sarà davvero molto difficile per questi Comuni invertire la rotta senza un vero piano di rilancio.

d. l.