Piunti: "Voto insindacabile ma incomprensibile"

Un po’ sorpreso per la sconfitta: "Non ho nessuna recriminazione da fare, questo è il giudizio dei cittadini. I partiti? Servirà un’analisi molto seria"

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Sindaco per cinque anni, Pasqualino Piunti è di casa in consiglio comunale da quasi cinque lustri. Un quarto di secolo della politica sambenedettese ha visto il suo contributo attivo nelle scelte fatte per la città. Ieri, a una settimana dal compiere 69 anni, Piunti consegna le chiavi di viale De Gasperi al suo diretto sfidante, Antonio Spazzafumo, dopo averlo più che doppiato al primo turno. Lo sconfitto ha tutto uno scenario da decifrare: quali sono le cause della debacle, e cosa succederà da qui ai prossimi giorni?

Piunti, il dato è inequivocabile. Come valutare l’esito delle elezioni?

"Il dato è inequivocabile ma incomprensibile. Detto questo, penso che in questi casi si possa fare ben poco. Ho già telefonato al nuovo sindaco per fargli i complimenti".

Come hanno ragionato i cittadini sambenedettesi? Al primo turno il consenso è stato alto rispetto agli altri candidati…

"Non so cosa abbiano pensato, se lo sapessi ora non sarei in questa situazione. Va detto, però, che il giudizio dei cittadini è insindacabile e proprio per questo non ho nessuna recriminazione da fare. Ringrazio tutti gli elettori: ritengo che il voto sia un diritto ma soprattutto un dovere, che va esercitato per avere parte in causa nelle scelte che vengono prese per la propria città".

Come ha influito il comportamento dei partiti in questa tornata?

"I partiti hanno fatto la loro parte. Dopo la sconfitta sarà necessaria un’analisi molto seria del voto, ma per il momento non ho voglia di gettare croci sopra nessuno".

E l’affluenza? I dati non sono stati buoni: non pensa che questo abbia determinato il risultato?

"Di certo l’astensione alta non ha favorito l’espressione di un giudizio più ampio. Però non per questo le elezioni sono meno valide".

Cosa pensa della coalizione che ha appena vinto le elezioni?

"Siamo stati avversari durante la campagna elettorale, e ora entrano figure nuove, molte delle quali alla prima esperienza amministrativa. A tutti loro faccio gli auguri: la cosa importante è fare bene per la città e chi governa deve dare sicurezze e garanzie ai cittadini".

Pensa che il successo sia dovuto anche al fatto che Libera è una coalizione civica?

"In parte sì: d’altronde, alle comunali viene premiata la persona, piuttosto che il partito. In tal senso, vale la pena notare che anche la mia unica lista civica – San Benedetto Protagonista, nda – ha ottenuto un risultato eccezionale".

La storia si ripete? Cinque anni fa lei sconfisse allo stesso modo Paolo Perazzoli…

"Va detto che pure in altre realtà al ballottaggio si è ribaltato il risultato, ma in fondo questa è la legge elettorale. Ringrazio chi mi ha permesso di rappresentare per oltre cinque anni questa comunità che ha dimostrato uno spessore sociale e culturale notevole".

Se ripensa alla passata amministrazione e alla campagna elettorale, c’è qualcosa che non rifarebbe?

"No, non mi pento di nulla: credo di aver sempre agito per il bene della città. Poi è chiaro, non tutto può essere perfetto, ma ho sempre fatto ciò che ritenevo più giusto negli interessi di San Benedetto".

Che cosa la aspetta ora?

"Ora ci sarà tanto da lavorare in minoranza. Non ci dimentichiamo della nostra città e dell’elettorato che rappresentiamo. In consiglio faremo opera di monitoraggio dell’attività di governo, con responsabilità e portando tutta la conoscenza della macchina amministrativa accumulata in questi anni".

Giuseppe Di Marco