"Pos sotto i 60 euro? Accettiamo tutto"

Per gli esercenti e i clienti cambia poco: "Ingiuste commissioni alte, ma i problemi dei cittadini sono altri"

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"Le dispiace se pago con il pos?". "Può pagare come vuole, accettiamo tutto". Questo botta e risposta tra un commerciante e una cliente, venerdì, nel giorno di mercato a San Benedetto, la dice lunga su quello che è l’attuale dibattito in Italia dopo che nella legge di Bilancio è stata inserita la norma che fissa a 60 euro il tetto oltre il quale gli esercenti sono obbligati ad accettare carte di credito e bancomat.

La dice lunga se si considera il mormorio tra gli altri clienti in fila che si domandavano se in Italia si dovesse davvero discutere di questo. Di sicuro se ne parla parecchio, in una battaglia che a tratti è identitaria ma che poi nella pratica di risolve con un’abitudine, quella del pagamento con il pos, ormai entrata a far parte del quotidiano della maggior parte dei cittadini. Ma insomma, è davvero questo il problema degli italiani? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati, ovvero, in particolare, esercenti e clienti.

"Noi accettiamo pagamenti con carta anche 75 centesimi – esordiscono Erminio e Carlo Giudici del Caffè Soriano –. Tutto sta a trovare un buon accordo con la banca sulle commissioni. Non si tratta di cifra o tetto. E’ un ‘non problema’, fumo negli occhi, un diversivo per distogliere l’attenzione dai reali problemi del paese, caro energia e tasse. Si lavora per non produrre utile quando va bene e se va male ci si rimette pure".

"Ci siamo abituati all’utilizzo del pos – fa loro seguito Massimo Paoletti del Caffè Florian –. Alle volte il cliente si trova a disagio a pagare il caffè con la carta e ti chiede se può farlo. Noi non ci opponiamo indipendentemente dalla consumazione. Forse più che sul tetto sarebbe il caso di agire sulle commissioni. Sono altre le spese che pesano". Dello stesso avviso è anche Maurizio Incicco del Caffè Big: "Il pagamento con pos è un servizio utilissimo perché velocizza il lavoro. Il problema sono i costi di gestione da parte della banca e di tutte le utenze che abbiamo da pagare. In pratica così lavoriamo per le banche".

Per Sergio Isopi del Caffè Montebello è "oramai una discussione tardiva, i clienti si sono abituati a pagare con il pos. Se ci togliessero le commissioni, se avessimo meno spese da sostenere e bollette meno care allora sì che il Governo ci aiuterebbe". Questa è la voce dei commercianti. Ma i clienti, invece, cosa pensano di questa nuova misura sui pagamenti elettroonici?

"Per me – dice Anna Maria Massi – non ci dovrebbe essere un tetto, dovremmo sentirci liberi di scegliere come pagare. Un modo per evadere il fisco? Siamo un paese in cui ci si approfitta di tutto, nel resto del mondo non è così". "Io sono a favore – rimarca Nicoletta Capurso – sia dell’utilizzo del contante che dei pagamenti elettronici, ma non per gli anziani. Poi non si può pagare la commissione su 1,50 euro di caffè. In Italia si paga tutto troppo". Carta o contanti, per Maria Rita Currò, non è questo il punto: "Dovremmo essere liberi di scegliere come pagare. Il problema sono le commissioni. Al Governo parlano ma tutte le spese ricadono sulla popolazione, sono madre di tre figli, pensate sia facile arrivare a fine mese? Perché non pensano ad alzare gli stipendi?". Sulla stessa linea Mario De Angelis: "Siamo l’unico paese d’Europa in cui il pagamento elettronico rappresenta un problema. Un dibattito sterile che distoglie l’attenzione dai problemi più grandi del paese che vanno dal lavoro alle tasse".

Sabrina Vinciguerra