Principi: "La nostra trincea in Rianimazione"

La dottoressa a capo del reparto di San Benedetto: "I vaccini stanno riducendo il numero di polmoniti, qui la battaglia non è finita"

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Vaccini e green pass, ricoveri nelle rianimazioni e nei reparti ordinari, mantengono costantemente alta l’attenzione sanitaria e anche la tensione politica a livello locale e nazionale. Le cose sembrano andare meglio, ma ci sono anche tanti interrogativi che serpeggiano tra le persone che non si sono ancora vaccinate e quelle che, ob torto collo, si sono vaccinate o lo dovranno fare in questi giorni per rientrare nelle scuole, negli uffici pubblici, nelle aziende private. La Rianimazione dell’ospedale Madonna del Soccorso è stata e resta in prima linea nel tentativo di salvare più persone possibili tra quelle aggredite in modo severo dall’infezione da Sars-Cov2. La dottoressa Tiziana Principi, direttore del dipartimento Emergenza Urgenza, presso l’ospedale di San Benedetto, è stata in trincea nei momenti più difficili della battaglia contro il Coronavirus e lo è ancora oggi, perché la guerra non è stata ancora vinta.

Dottoressa, qual è la situazione oggi nella Rianimazione del Madonna del Soccorso?

"La rianimazione mantiene attivi 3 posti letto di isolamento a pressione negativa e dedicati a pazienti affetti da grave forme di Insufficienza respiratoria acuta da Covid 19. Non abbiamo mai chiuso e l’estate è stata pesante, perché le postazioni sono state sempre occupate da luglio. Siamo arrivati a 11 pazienti gravi trattati. La rianimazione ha attualmente operativi 6 posti letto Non Covid, più 1 per emergenza no Covid e 3 letti Covid con un notevole carico di lavoro per il personale medico e infermieristico. Se avremo la necessità di aumentare, useremo altri 4 letti extra che organizzeremo con i colleghi di Ascoli".

Tra i ricoverati ci sono giovani non vaccinati e anche persone che erano state già vaccinate?

"Sì. Abbiamo avuto 2 vaccinati che però hanno risposto subito e bene alla terapia e apparentemente sono più facili da trattare. Abbiamo avuto giovani di 38 anni, fino ad arrivare a persone tra i 55-60anni".

Perché le Marche hanno una percentuale piuttosto alta nel rapporto tra ricoverati in Rianimazione e quelli ricoverati in reparti ordinari?

"Perché io e miei colleghi non aspettiamo più troppo tempo a iniziare trattamenti invasivi e inoltre i quadri clinici e radiologici dei ricoverati in rianimazione sono molto severi. Nelle altre regioni forse aspettano di più, ma bisognerebbe poi controllare la mortalità. Noi su 11 pazienti abbiamo avuto 2 decessi di non vaccinati e con severe coomorbilità con età media 70anni".

Da dove arrivano i pazienti ricoverati nella Rianimazione di San Benedetto, solo dalla provincia di Ascoli o anche da fuori?

"Cinque pazienti da fuori Av5 e il resto del territorio tra Ascoli e San Benedetto".

Mentre la comunità scientifica lavora sulla messa a punto di terapie valide per contrastare l’infezione Sars-Cov2, nell’ospedale di San Benedetto quale protocollo viene principalmente applicato?

"Lo stesso del passato, con Antivirale dov’è possibile, cortisone, pool vitaminici ad alto dosaggio, ventilazione meccanica sia non invasiva che invasiva precoce e dove possibile continuiamo ad usare Autoemotrasfusione con ozono. Uso di plasma da donatore oramai si usa raramente perché è risultato di scarsa efficacia e gli anticorpi monoclonali non sono per giovane età e devono seguire il protocollo Aifa e soprattutto non sono utilizzabili su pazienti gravi da rianimazione".

Dopo aver visto tanta sofferenza e tanta morte, cosa vuole raccomandare ai giovani e anche meno giovani?

"I vaccini per ora stanno riducendo il numero di polmoniti e in particolare quelle severe. Consiglio di vaccinarsi e in particolare le persone che hanno più patologie. Bisogna avere più paura dei danni da polmonite Covid severa, che restano oltre 6 mesi 1 anno, che del vaccino. Bisogna essere attentissimi sull’igiene e sul numero delle persone nei luoghi chiusi. Non possiamo nuovamente chiuderci dentro perché non siamo capaci di rispettare le regole civilmente e le polemiche creano solo problemi".

Marcello Iezzi