GIUSEPPE DI MARCO
Cronaca

Promarche, l’ad Aquilone: : "Disponibile a rivisitare il progetto"

"Da sempre sostengo che, a prescindere dall’esito del ricorso, sarebbe stato necessario mantenere uno spirito di collaborazione con il comune,...

"Da sempre sostengo che, a prescindere dall’esito del ricorso, sarebbe stato necessario mantenere uno spirito di collaborazione con il comune, per fare in modo che la città ottenga un risultato che lascerà un’impronta sul territorio per i prossimi decenni. È per questo che offro la mia disponibilità ad un nuovo confronto con il consiglio e l’amministrazione comunale, con lo scopo di valutare una rivistazione del progetto precedentemente presentato. La cosa fondamentale è capire che abbiamo tutti lo stesso obiettivo: valorizzare il nostro territorio migliorandone le opportunità lavorative". È con queste parole che l’amministratore delegato di ProMarche Oreste Aquilone si esprime, a pochi giorni dalla sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dalla cooperativa. Ricorso con cui la società si era opposta all’improcedibilità sancita dal Tar Marche sul primo ricorso, depositato mesi fa contro la delibera che aveva decretato il rigetto del comune alla proposta di variante. Vale la pena ricordare che, con questa proposta, era stata avanzata l’idea di realizzare un impianto di stoccaggio alimentare a bassa temperatura in via Pomezia: la variante, in tal senso, avrebbe consentito di costruire l’immobile in deroga all’altezza massima. Insomma, anche se l’organo di rilievo costituzionale sembra aver messo un punto definitivo sulla questione, è probabile che l’iniziativa venga ripresa in considerazione, forse con un altro percorso rispetto a quello seguito l’anno scorso. Come è stato messo in chiaro da Annalisa Marchegiani durante l’ultimo question time, è il consiglio che deve esprimersi sulle pratiche di pianificazione urbana e sulle eventuali modifiche agli strumenti di programmazione. D’altronde, ProMarche ha mostrato a più riprese di voler portare avanti iniziative per il rilancio del territorio. È in tal senso che l’associazione di produttori, il mese scorso, ha sposato il progetto dell’Università politecnica delle Marche e dell’Università degli studi di Macerata per le acque reflue, finalizzato a sviluppare una filiera circolare grazie alla coltivazione di alghe da possibili sottoprodotti dell’industria agroalimentare, utilizzabile sia come fertilizzante dei terreni sia nella cosmesi. A questo scopo è stato istituito dall’Univpm un dottorato di ricerca, ‘Dottorato Innovativo a caratterizzazione industriale’, con le relative borse di studio per l’innovazione del sistema regionale, il cui progetto è seguito dalla docente Alessandra Norici per formare alla ricerca e guidarla nell’ambito della biologia, della fisiologia algale e delle biotecnologie algali, in collaborazione con il Cluster Agrifood e con il co-supervisore la docente Pamela Lattanzi dell’Università di Macerata per collocare la ricerca all’interno del diritto agroalimentare.

Giuseppe Di Marco