Proteste per le chiusure e la qualità dell’acqua

Da Porto d’Ascoli a San Filippo Neri fino al Ponterotto, cresce il malcontento. per l’operato della Ciip. Nel mirino pure l’amministrazione "che non fa nulla".

Migration

Non bastava l’emergenza sanitaria: arrivato il picco dell’estate, anche la crisi idrica si fa sentire prepotentemente in riviera. Quartieri come Ponterotto e San Filippo Neri vivono disagi per via della mancanza d’acqua, da oltre un anno Porto d’Ascoli si lamenta per il suo sapore e colore visto che non arriva dalla sorgente ma dal pozzo. Una situazione grave, che ha a monte un’altra grave crisi che sembra tornare in auge solo in periodo elettorale: il terremoto. "Il sisma però è di quattro anni fa – dice Maurizio Di Giacinto, presidente del comitato di quartiere San Filippo Neri – non si può sempre usare questo argomento come alibi. Da semplice cittadino io mi chiedo: gli enti preposti hanno fatto qualcosa in questi quattro anni? La Ciip ha cercato realmente nuove sorgenti? Noi cittadini non possiamo subire tante inadempienze, soprattutto a fronte di bollette onerose". La protesta viene dopo la decisione della Ciip, presa due giorni fa, di sospendere l’erogazione notturna del serbatoio Marinuccia, che serve la parte alta della zona Ascolani. Una decisione presa in pieno allarme rosso di terzo stadio, che tra l’altro avrebbe già coinvolto un altro quartiere settentrionale di San Benedetto. Si tratta del Ponterotto, in vece del quale il consigliere Stefano Muzi, alcuni giorni fa, ha chiesto delucidazioni, raccogliendo i numerosi disagi vissuti dai residenti di zona. E non finisce qui.

A protestare sono nuovamente diversi cittadini e politici di Porto d’Ascoli, che da tempo lamentano la scarsa qualità dell’acqua corrente. "Alla fine del 2019 – racconta Gianna Pulsone, residente di Porto d’Ascoli – io e Manuela Casciotti protocollammo una raccolta firme in comune, chiedendo specifiche informazioni sul tipo di acqua che usiamo quotidianamente. Inoltre, i firmatari chiesero il ripristino della normalità. La petizione raccolse ben 1.007 sottoscrizioni, ma da allora nulla è cambiato. L’acqua che esce dai rubinetti è spesso di cattivo sapore. In alcuni punti della città è anche colorata".

La raccolta firme non sembra aver sortito effetto e allora la minoranza scende in campo contro l’amministrazione comunale. "Il sindaco cosa fa? – chiede Claudio Benigni, segretario Pd circolo sud e ideatore della petizione – dovrebbe essere lui, in quanto rappresentante della città, a battere i pugni e spronare il consorzio a trovare soluzioni. Noi, l’anno scorso, fummo definiti ‘allarmisti’, ‘terroristi’. Il problema, allora, era che solo una parte di Porto d’Ascoli risentiva realmente dei problemi di questa crisi. Adesso invece tutta la città, per gradi, si sta rendendo conto della situazione. Mi rallegro dell’opera di Muzi, ma ricordo anche che un consigliere comunale rappresenta tutta la città, non solo una parte di essa. Infine, a mio modesto parere la Ciip dovrebbe avvisare tutte le volte che cambia la fonte dell’acqua che poi finisce nelle nostre case".

Giuseppe Di Marco