"Quei lavori dietro allo stadio sono un’aggressione al paesaggio"

Lettera di Italia Nostra a sindaco e soprintendente: "Il cantiere ha ripreso lo scavo ma arreca danno e non è sicuro"

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"E’ una ulteriore aggressione al sistema collinare quello che sta accadendo lungo la circonvallazione, all’altezza dello stadio Del Duca dove si sta realizzando un distributore di carburanti, di fatto, sbancando una buona porzione di collina". E’ quanto denuncia la sezione William Scalabroni di Italia Nostra. Il presidente Gaetano Rinaldi ha inviato in questi giorni una segnalazione chiedendo spiegazioni circa l’autorizzazione di detti lavori, indirizzata all’ingegner Giovanni Issini, soprintendente Marche Sud- Ascoli, al sindaco Marco Fioravanti e ai vertici nazionali e regionali di Italia Nostra. Già il 7 marzo 2014 la sezione ascolana di Italia Nostra segnalò l’avvio di "un ciclopico sbancamento della collina contigua alla sede stradale della tangenziale nord di Ascoli, che appariva sicuramente poca rispettosa dei valori ambientali e paesaggistici del sito. Poi sembrò che tutto fosse stato bloccato. Ora – scrive il presidente della sezione ascolana Rinaldo Gaetani - viene segnalato che i lavori sono ripresi con rinnovato strabiliante impegno con lo scavo di una sorta di ciclopica parete in prosecuzione degli scavi del 2014 arrecando un evidente ulteriore danno ai valori paesaggistici e naturali del sito oltre a creare probabilmente anche eventuali condizioni di insicurezza per la stabilità del sistema collinare". La segnalazione vuole richiamare l’attenzione della Soprintendenza per tutti gli accertamenti che riterrà opportuno effettuare in merito al rigoroso rispetto delle norme che tutelano l’integrità e la salvaguardia del contesto paesaggistico e naturalistico del sito. Prendendo spunto dalla segnalazione di un’associazione cittadina sullo stesso argomento, Italia Nostra ha scritto anche all’architetto Gizzi, soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici delle Marche. "Ci permettiamo di segnalare l’intervento, al di là della sicurezza e sostenibilità strutturale dell’opera, per i danni sicuri ed irreversibili arrecati al contesto paesaggistico del sistema collinare piceno".