Quei palloni ci fanno fare un salto nel tempo

Circa cento ne sono ’piovuti’ dalla chiesa di San Tommaso, durante i lavori di manutenzione. I ragazzini di oggi giocano ancora

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All’indomani della clamorosa eliminazione dell’Italia dai Mondiali di calcio in Qatar, ecco che durante i lavori manutenzione del tetto della Chiesa di San Tommaso sono stati ritrovati un centinaio di palloni che erano finiti tra le tegole della chiesa e del chiostro. Palloni finiti lì sopra da chissà quanto tempo e che risalgono ad un modo di giocare a calcio che non esiste più. Quel calcio fatto di fantasia, di giacconi buttati a terra per fare le porte, di maglie tutte diverse. Quel calcio giocato nei cortili, nelle piazze tra le rue del centro storico di Ascoli. Negli anni ’70 c’erano vere e proprie squadre. Quelli di piazza della Verdura, quelli di piazza San Gregorio, i ragazzi di Rua Ponte Oscuro, quelli della Piazzarola, di piazza Diaz e proprio di piazza San Tommaso. Si giocava per strada, le piazze non avevano auto, e si smetteva quando faceva buio. Non c’erano scuole calcio, non esistevano le casacche o i fratini come li chiamano oggi, non si andava vestiti tutti uguali, non c’erano istruttori, non c’erano i ‘conetti’ a delimitare il campo. Si usciva di casa e si andava a giocare.

Il più fortunato portava il pallone che riprendeva subito in mano se stava perdendo anticipando la fine del match. Un calcio fatto di poche cose, ma di tanta gioia, di spensieratezza, senza tattica e senza manovra collettiva. Si dribblava, si prendevano calcioni, ma si cresceva con l’istinto e la naturalezza del talento. E quando il pallone finiva sul tetto, si andava a casa sconsolati. Chissà quante storie avranno da raccontare quei palloni gettati ieri nella piazza di San Tommaso dagli operai increduli. Una fornitura completa di Supertele, palloni di cuoio, di plastica, di tutte le dimensioni. Quante volte quei palloni avranno rotto i vetri delle finestre dei palazzi vicini, o come accadeva a piazza della Verdura, saranno finiti sopra al Chiostro dove i frati di San Francesco erano soliti passeggiare in preghiera. Oppure quando arrivavano i Vigili a sequestrarli avvisati dai commercianti della zona infastiditi dal rumore e dalle grida dei ragazzi. Quelle pallonate che avevano rotto pure un pezzo del portone in legno della Chiesa di San Tommaso, rimasto ‘bucato’ per anni e anni.

Tempi passati, ma non troppo se si pensa che solo lo scorso anno il sindaco di Grottammare, Enrico Piergallini, ha vietato di giocare a pallone in tre specifiche piazze Carducci, Alighieri e Fazzini, vale a dire quelle del centro e quella principale di zona Ascolani. Un divieto dopo le segnalazioni da parte di cittadini con le quali si denunciava la pratica diffusa di utilizzare le piazze quale luogo per lo svolgimento di giochi con il pallone, con tanto di multe da un minimo di venticinque euro ad un massimo di 500. E chissà se è pure per questo che per due edizioni di fila la Nazionale non si è qualificata ai Mondiali di calcio. Valerio Rosa