"Quel disegno di Modigliani abbandonato" Voltattorni: così sono riuscito ad averlo

L’artista di Cupra: "L’opera non è firmata ma considerata la provenienza e lo stile inconfondibile non credo ci siano dubbi"

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Ha venduto una motosega usata e con il ricavato ha acquistato un disegno di donna con cappellino, attribuito, nientemeno, che a Modigliani. Ci sono storie che sembrano uscite da un romanzo, salvo poi scoprire che sono reali e coinvolgenti. Protagonista di questa curiosa vicenda è un artista conoscitore dell’acquaforte, e già da ragazzo raccoglitore di opere d’arte, nonché poeta e critico: Giorgio Voltattorni M., che abbiamo incontrato nella sua casa-studio nel borgo medievale di Marano dove, nel chiuso della sua officina, si respirano gli odori pungenti degli inchiostri da stampa e del petrolio. Un’abitazione le cui pareti sono letteralmente tappezzate d’incisioni, disegni e dipinti. Per ogni opera ha una storia o un aneddoto da raccontare, pure tracciando brevi profili degli autori ’studiati’ o che nei suoi quasi 50 anni di attività ha incontrato e di cui è stato ed è amico. Lui è una sorta di guida enciclopedica. E non è un caso che tempo fa abbia pubblicato un libro di ben 356 pagine dal titolo ’Le Marche, l’arte plurale’ dove, con sincerità di giudizio (non mancano le stroncature), esamina il lavoro di 47 autori marchigiani. Dopo un breve preambolo ci mostra una valigetta da cui estrae un foglio un po’ ingiallito dal tempo e su cui a matita sono tracciati i lineamenti decisi di una figura femminile seduta.

"L’opera non è firmata – ci tiene a precisare voltattorni – ma considerata la provenienza e lo stile inconfondibile, si può attribuire a Modigliani. Potrebbe trattarsi di un disegno ’pour-boire’, eseguito per una bevuta (o una riparazione d’abito) quando l’artista era a corto di denaro. Cosa che a Modìgliani capitava spesso. Ora farne un expertise, poiché manca la firma, costerebbe un patrimonio. E mi rendo conto che, dopo lo scherzo sulle false teste di Modigliani, nessuno abbia intenzione di mettere in gioco la propria credibilità. Pensa che ho venduto una vecchia motosega per comprare il disegno dal figlio di Elio Libero Quintili che, pittore e architetto nato a Fermo nel 1906, lo aveva riportato da Parigi, città nella quale ha vissuto e lavorato dal 1931 al 1967, anno in cui si è stabilito a Cupra".

E giù tutta la storia dell’artista fermano (morto nel 1988) che agli inizi degli Anni ‘30, sull’esempio di altri italiani, dopo aver cercato fortuna come pittore nella capitale francese, ripiegò, ma con grandissimo successo, sulle professioni di architetto e designer. "Oltre trent’anni fa vidi in casa dei Quintili questo disegno incorniciato su fondo di velluto rosso. Elio Libero era già morto, ma seppi dal figlio Lorenzo che il padre lo aveva avuto a Parigi, in seguito ad uno scambio con un proprio dipinto, da un sarto e collezionista italiano: tal Silvio Venturi che lì viveva da tanti anni". Nel tempo il pensiero di quel disegno è diventato una sorta di tarlo nella mente del Voltattorni. Quel piccolo Modigliani a Cupra non doveva mancare alle sue collezioni. "E’ capitato che nel maggio scorso abbia rincontrato casualmente Lorenzo e il discorso è caduto inevitabilmente sulle sorti del disegno – aggiunge Voltattorni –. Lorenzo lo aveva tolto dalla cornice per conservarlo insieme ai tanti disegni del padre. Aveva pure rinunciato a farlo valutare circa l’originalità, perché troppo complicato e soprattutto costoso. Io, andando al sodo, gli ho chiesto se avesse avuto intenzione di fare cambiare aria a quello che per me, Modigliani o no, è un gioiellino dai tratti eleganti. Ci siamo accordati sulla cifra senza troppe trattative. Lorenzo forse aveva capito che io ero la persona giusta per poterlo apprezzare e che dunque finiva in buone mani. Adesso sta al sicuro altrove e in attesa di poterlo fare ammirare a più gente possibile. Come, ancora non lo so".

Marcello Iezzi