Quel palio della discordia che non piace

Valanga di commenti sui social per l’opera di Leonardo Cemak, il direttore dei musei Papetti: "Può succedere quando si parla di arte"

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Il Palio della discordia. Non può essere definita altrimenti l’opera realizzata da Leonardo Cemak. È fuori da ogni ombra di dubbio, infatti, che il drappo firmato dall’artista senigalliese, e che verrà assegnato a chi vincerà la Quintana del 7 agosto, non sia piaciuto alla stragrande maggioranza dei quintanari. Sul sondaggio promosso dalla stessa Quintana, sul profilo Instagram ufficiale della rievocazione, addirittura il 74 per cento degli utenti ha espresso il proprio disappunto. Sui social, invece, si è sollevata una sorta di rivolta popolare contro l’opera di Cemak. Insomma, riassumendo: agli ascolani il Palio di agosto non piace. Anche se poi, va detto, chi lo vincerà cambierà immediatamente idea, perché per un quintanaro l’aspetto artistico passa sempre in secondo piano quando subentra il valore sportivo di una vittoria: un Palio, a prescindere dal fatto che sia apprezzato o meno, è sempre un Palio. Detto questo, però, è necessario anche spezzare una lancia a favore dell’artista, perché le opere d’arte (in quanto tali) sono soggettive. E per criticarle, almeno, bisognerebbe avere un minimo di preparazione. A difendere il lavoro svolto da Cemak è il professore Stefano Papetti, presidente della commissione che seleziona, annualmente, gli autori dei drappi. "Dobbiamo precisare il fatto che per l’edizione di luglio c’è un bando, cui tutti possono partecipare, non soltanto gli artisti professionisti – spiega Papetti –. Per agosto, invece, è direttamente la commissione a scegliere l’autore. Sul fatto che l’opera di Cemak non sia piaciuta ho poco da aggiungere. I commenti sono sotto gli occhi di tutti. Ma ciò è inevitabile quando si parla di arte. Basti pensare al fatto, ad esempio, che c’è gente che paga milioni di euro per avere dei quadri che ad altri, invece, non piacciono per niente. Ciò che sfugge a molti ascolani è il fatto che Cemak sia un artista di fama internazionale, apprezzato ovunque. Le sue opere, esposte alla Biennale di Venezia, valgono anche 200mila euro. È difficile capire la qualità di alcuni dipinti se non si ha la giusta preparazione. Nel Palio di agosto, l’autore ha deciso di dare risalto alle figure femminili e ciò era accaduto raramente. È giusto, comunque, che la popolazione commenti ma è necessario sempre rispettare la grandezza degli artisti – conclude Papetti –. Per il Palio di luglio c’è un bando a cui possono partecipare tutti. Qualcuno aveva chiesto di coinvolgere i ragazzi dell’istituto d’arte, ma ogni volta che ci abbiamo provato la risposta è stata sempre negativa. Questo è un drappo molto particolare, ma non si può mettere in dubbio l’arte di Cemak".

Matteo Porfiri