Quell’odio affidato ai social: "Mi stappo una bottiglia"

I post della coppia quando si seppe delle indagini sulla vittima: "I domiciliari non bastano"

L’odio per Antonio Cianfrone era ben radicato negli Spagnulo, tanto che affidavano i loro sfoghi ai social. "Il tempo passa, ma le cose vengono a galla; non immagini quanto sono contenta. Mi sono fatta una boccia di Fontana fredda" scrisse ad esempio Francesca Angiulli a maggio 2015 commentando il coinvolgimento di Cianfrone in un’inchiesta per concussione insieme ad un collega. E poi: "Troppo comodo i domiciliari". Si era pensato che il movente potesse essere individuato nella morte del figlio maggiore dei due coniugi: morì in un incidente stradale per il quale fu condannato l’autista del furgone delle Poste col quale il giovane, in sella ad una moto, si scontrò. In quell’inchiesta indagò però la polizia e non i carabinieri. La famiglia Spagnulo ottenne un risarcimento e nei giorni dell’omicidio di Cianfrone era in attesa che venisse fissata l’udienza civile per ottenere ulteriore denaro. I coniugi Spagnulo si sono difesi dicendo che la mattina del 3 giugno 2020 erano andati lungo la ciclopedonale di San Pio X, sul greto del fiume, semplicemente per cercare gli occhiali della donna che li aveva persi il giorno prima (Festa della Repubblica) durante un pic-nic e che indossavano guanti chirurgici solo per non farsi male.

p. erc.