Quintana Ascoli Piceno, Luca Innocenzi ai raggi X

Pochi punti deboli, precisione, vita da atleta e cavalli al top: ecco perché vince

Luca Innocenzi (Foto Labolognese)

Luca Innocenzi (Foto Labolognese)

Ascoli Piceno, 17 luglio 2019 - "Non aver  paura della perfezione: non la raggiungerai mai». Chissà se Luca Innocenzi, il recordman della Quintana (FOTO), sarà d’accordo con questo aforisma coniato dal pittore e scultore spagnolo Salvador Dalì. Il cavaliere gialloblù, infatti, è ormai diventato sinonimo di perfezione, soprattutto nella giostra ascolana, e sembra davvero imbattibile. Passano gli anni, cambiano gli avversari, ma alla fine ad esultare è sempre lui. E tutti i sestieranti di Porta Solestà.

Ma quali sono i punti di forza e quelli di debolezza che caratterizzano Luca Innocenzi? Sui punti deboli, chiaramente, è quasi il caso di sorvolare. Come può averne, infatti, uno che ha vinto tredici giostre su 26, battendo il suo maestro Paolo Margasini, e ottenendo cinque ‘doppiette’ negli ultimi otto anni. In altre parole, dal 2010 ha vinto tredici delle ultime diciannove Quintane. Una percentuale altissima, che consacra (giustamente) il 37enne di Foligno come autentico ‘mostro sacro’ del campo dei giochi. Forse, se di punto debole si può parlare, dipende infatti dai punti di vista, Innocenzi è un cavaliere che ha sempre bisogno di essere stimolato e di avere uno staff che lo affianchi nella preparazione dei cavalli. Durante le prove, in effetti, non è raro vedere Margasini o gli altri componenti della scuderia che lo incitano a fare sempre meglio, stuzzicandolo e soprattutto facendogli credere di aver girato in tempi più alti rispetto a quelli che lui si aspetterebbe. Potrebbe essere un punto debole, quello di avere la necessità di essere stimolato, appunto, ma da un certo punto di vista è anche un punto di forza. Insomma, dipende da quale prospettiva si analizza questo discorso.

Per il resto quello di Innocenzi è l’identikit del cavaliere perfetto. Il primo fattore che va considerato è l’esperienza acquisita nel corso degli anni. Quando hai alle spalle 26 giostre e, Gubbini a parte, ti trovi a doverti confrontare con avversari molto più giovani di te, è logico che hai tante carte in più da giocare. Poi non va sottovalutato il carattere di Innocenzi, un cavaliere in grado di reggere la pressione e di non soffrire i fischi degli avversari. Anzi, il clima ostile lo carica ancora di più. Poi ha uno stile impeccabile nel colpire il tabellone, arrivando proprio sotto al moro prima dell’impatto decisivo, una tecnica che in tanti stanno cercando di imitare. Per non parlare dei cavalli. Dopo aver fatto la storia con Dorilas e Try Your Luck, ora è giunto il momento di Love Story. Innocenzi ha un ricambio di cavalcature incredibile e ogni anno tira fuori dei cavalli formidabili per le giostre successive. E della forma fisica vogliamo parlarne? Il gialloblù conduce una vita da atleta e il suo peso ‘leggero’ permette ai cavalli di essere più performanti. Insomma, Innocenzi è davvero imbattibile. Poi, nelle giostre tutto può succedere. Può perdere la lancia, può commettere delle penalità, ma al netto degli errori il cavaliere di Porta Solestà è davvero perfetto. Dalì se ne faccia una ragione.