Ragazzina stuprata in centro, paga lo Stato

Risarcimento di 25mila euro, l’avvocato: "Ristoro minimo". Furono condannati i nigeriani Christopher Ehikhebolo e Patrick Boi

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Lo Stato italiano ha indennizzato con 25mila euro la ragazza ascolana vittima di violenza sessuale perpetrata da Christopher Ehikhebolo e Patrick Boi, i nigeriani rispettivamente di 23 e 24 anni, che sono stati riconosciuti colpevoli con sentenza definitiva; Boi ha già terminato di scontarla e si trova in un centro di accoglienza in attesa che venga completata la pratica di espulsione dall’Italia. Ancora pochi mesi dividono Christopher dal ritorno in libertà, poi anche lui sarà espulso. Christopher e Patrick sono stati condannati, rispettivamente, a 5 e a 4 anni, tenuto conto anche dello sconto di pena di un terzo dovuto al fatto che i due imputati, per loro richiesta, sono stati processati in primo grado con rito abbreviato. I giudici hanno inoltre condannato i due ragazzi al pagamento di 50.000 euro a titolo di provvisionale alla ragazza e di 10.000 ad ognuno dei suoi genitori. Il risarcimento vero e proprio andava quantificato in sede civile. Ma i due extracomunitari non hanno nulla e non sono in grado di risarcire né la vittima, né i genitori.

Per questo l’avvocato di parte civile Annalisa Corradetti ha fatto istanza alla Prefettura di Ascoli affinché fosse attivato l’iter che consentiva alla giovanissima l’accesso al fondo di solidarietà per le vittime di reati di mafia e dei reati intenzionali violenti. Il fondo ha comunque però delle limitazioni; è previsto un indennizzo solo per la vittima, in questo caso la ragazzina e la somma massima prevista è di 25mila euro che la penalista aveva chiesto possa essere elevata poiché si è in presenza di più episodi per cui i due nigeriani sono stati condannati. Il fondo non riguarda invece i familiari. Dopo una lunga attesa e diversi solleciti, nei giorni scorsi è arrivata la risposta dal comitato di solidarietà che ha assegnato alla ragazzina ascolana 25mila euro. Non è stata accolta la richiesta di elevare ulteriormente la cifra, come chiesto dall’avvocato Corradetti. "A distanza di un anno e mezzo dalla richiesta di accesso al fondo, finalmente il Ministero ha disposto l’erogazione della somma. E’ un ristoro minino – commenta l’avvocato Corradetti – ma in ogni caso nessuna cifra avrebbe mai potuto ripagare il grave danno subito dalla ragazza". Non essendo ancora maggiorenne, la somma sarà versata ai genitori, benché destinati a lei che ne potrà godere al raggiungimento della maggiore età, ormai imminente.

Peppe Ercoli