Raid al mercato Notte di fuoco per i pescatori

Altissima tensione per lo sciopero: "Siamo in ginocchio". I commercianti: "Così non va bene"

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Sempre più critica la situazione delle marinerie a seguito dell’elevato costo del gasolio. Ferme tutte le barche sull’Adriatico e sul Tirreno, tranne 4 pescherecci di un armatore di Santo Stefano, che sono attesi al rientro da alcune delegazioni di pescatori, tra cui quella di San Benedetto con il presidente della cooperativa ’Progresso’ Giuseppe Pallesca. Intanto nella notte fra martedì e mercoledì, altri armatori di San Benedetto, Giulianova, Martinsicuro e Pescara, hanno bloccato l’accesso al mercato Ittico ai camion che trasportavano pesce proveniente dall’estero, destinato a rifornire la piazza della Riviera. Tolleranza zero, questa volta. "Tutta Italia deve sapere che la speculazione sul gasolio ha messo in ginocchio la pesca e il suo indotto – afferma il presidente Pallesca – Lo Stato ci sta affamando e facendo diventare delinquenti". Qui rischia che possa finire male. Troppi animi surriscaldati. Il blocco del mercato ittico è stata un’operazione seguita da vicino dalle forze dell’ordine per evitare che qualcuno potesse farsi male, ma non è stata presa bene dai commercianti che operano all’interno della struttura. "Non eravamo stati avvertiti ed avevamo ordinato il pesce per i nostri clienti – affermano i grossisti – All’insaputa hanno bloccato i cancelli con i bidoni della spazzatura ed hanno impedito l’ingresso dei camion refrigerati. Per risolvere il problema, almeno per quella sera e non far andare a male i carichi di pesce fresco che erano arrivati dall’estero, li abbiamo dirottati in parte all’Agroalimentare e in parte in magazzini di commercianti privati della zona dove, come ladri, siamo stati costretti ad andare a ritirarlo di nascosto. Così non va bene. Tra pescatori e noi commercianti c’è un buon rapporto di collaborazione, ma era meglio che questo non fosse accaduto. E’ un periodo difficile per tutti. Zero lavoro, ma le spese vanno avanti. Per noi una settimana di fermo significa perdere 10mila euro di introiti che si ripercuotono su tutti i lavoratori fino ad arrivare ai ristoratori che lavorano col prodotto fresco. Crediamo che debba prevalere il buon senso e speriamo che domenica notte le barche tornino in mare".

In queste ore così ’calde’ c’è anche da sperare che la protesta non degeneri e che non avvengano colpi di testa di cui doversi pentire. A San Benedetto era stato trovato un equilibrio per andare avanti, riducendo i giorni di pesca, risparmiando il carburante e facendo affidamento sul minor prodotto ittico in modo da mantenere il prezzo all’asta piuttosto alto. "In questo modo la pagnotta ci usciva – afferma un piccolo armatore – e tutti riuscivamo a mangiare: noi, i commercianti e i ristoratori. Oggi pane e mortadella, purtroppo, il prosciutto lo mangeremo in seguito. Speriamo, Questo braccio di ferro mi preoccupa". Il sindaco Antonio Spazzafumo con una nota alla spampa ha manifestato la sua vicinanza alla marineria.

Marcello Iezzi