
Ascoli, 30 aprile 2023 – Hanno detto la loro verità. Un racconto che non ha stravolto nella sostanza il succo della vicenda di cui sono accusati, ma nelle intenzioni è servito a chiarire le rispettive posizioni tanto da invocare, ora, la scarcerazione. Stiamo parlando di Roberta e Danile De Berardinis, fratello e sorella accusati di rapina ai danni dell’imprenditore Maurizio Borgioni avvenuta ad Ascoli lo scorso 27 aprile. Roberta De Berardinis è la moglie dell’imprenditore ascolano, in fase di separazione (insieme nella foto); Danile è il cognato di Borgioni.
Con loro sono accusati in concorso anche il tarantino Ivan Mele, già detenuto per altra causa, ritenuto l’autore materiale della rapina insieme ad un complice non ancora individuato. Indagato, ma a piede libero, anche un dipendente della Borgioni Imballaggi, un uomo di origini napoletane che nel frattempo è stato licenziato.
Da capire quale sia stato il suo preciso ruolo in questa vicenda.
Roberta De Berardinis è stata interrogata la settimana scorsa negli uffici della Procura, in presenza del suo legale, avvocato Stefano Chiodini, che lunedì presenterà istanza di concessione degli arresti domiciliari per la donna che è in carcere a Teramo dal 4 agosto.
Chiederà la scarcerazione anche suo fratello Danile assistito dagli avvocati Leonardo Grossi e Alessandro Mariani. "Ha spiegato le dinamiche dell’accaduto, pur non stravolgendo i fatti contestati" commenta Grossi. L’istanza di scarcerazione va presentata al gip Annalisa Giusti, firmataria dell’ordinanza di custodia in carcere.
Era la sera del 27 aprile quando Borgioni, nel rientrare a casa, è stato raggiunto da due persone che si sono qualificate come Finanzieri. Indossavano pettorina e cappello con scritta e simboli istituzionali e hanno detto di dover procedere ad attività di ispezione in materia fiscale.
Una volta dentro, però, si sono fatti aprire la cassaforte e consegnare oltre 10mila euro in contanti e un Rolex. Secondo l’accusa, i fratelli De Berardinis sarebbero i mandanti della rapina eseguita materialmente da Mele con la complicità di un quarto soggetto.