Ascoli, tentata rapina in gioielleria. "Sembrava uno scherzo"

Via Sacconi, il titolare di Rosy di fronte al bandito di appena 18 anni

Luciano Marinucci, il titolare della gioielleria Rosy

Luciano Marinucci, il titolare della gioielleria Rosy

Ascoli Piceno, 12 maggio 2019 - Credeva che si trattasse di uno scherzo Luciano Marinucci, il titolare della gioielleria Rosy che l’altro ieri ha subito una tentata rapina. È accaduto tutto nel giro di pochi secondi, mentre il 74enne stava lavorando alla montatura di alcune pietre su un anello. A raccontare l’incredibile episodio è proprio lui, che per fortuna ne è uscito illeso.

Marinucci, cosa è successo venerdì?

«Erano circa le 19 e lavoravo a porta aperta perché stavo usando prodotti contenenti ammoniaca, per cui avevo bisogno di arieggiare il locale. Ad un certo punto un ragazzo è entrato con fare minaccioso e si è chiuso la porta alle spalle. Credevo avesse almeno 25 anni».

Poi cosa è successo?

«Lui ha cominciato a gridare come un matto: ‘Questa è una rapina. Dammi i soldi, dammi l’oro’».

Ha capito subito che era armato?

«No, ho visto che sulle dita aveva molti anelli, solo dopo ho capito che si trattava di un tirapugni. Credevo fosse uno scherzo, perché a volte qualche ragazzo entra e per gioco finge di inscenare una rapina. Infatti inizialmente non avevo capito nulla, e gli ho anche detto: ‘Ma stai scherzando’? Lui però era serio e continuava a urlare».

E a quel punto cosa ha fatto?

«Il rapinatore si è avvicinato alla cassa, che era aperta, ma vuota, perché non ci tengo mai soldi dentro. Allora io sono passato dietro al bancone e mi sono abbassato un attimo per bloccare la cassaforte prima di premere il pulsante antipanico. Lui, forse credendo che stessi prendendo un’arma, si è spaventato e ha iniziato a correre in direzione della porta, non sapendo però che era blindata e che non poteva aprirsi dall’interno».

E come ha fatto a uscire?

«Gli ho aperto io premendo un pulsante. Probabilmente il ragazzo non aveva idea di cosa stesse facendo».

Lei era da solo all’interno del negozio?

«Si, mia moglie, Rosanna Piccioni, era uscita un attimo. Molto probabilmente il rapinatore aspettava fuori e aveva studiato la situazione».

È la prima volta che succede una cosa simile qui?

«Assolutamente no, nel giro di 4 anni mi hanno rapinato già altre 3 volte. In totale, mi hanno derubato di circa 24mila euro, e una volta sono stato anche brutalmente picchiato. Le altre rapine, però, sono state messe a segno da professionisti, questa volta invece non è stato così, per fortuna. Certo è che non si può stare tranquilli».

Il ragazzo è fuggito a piedi?

«Si, è scappato prendendo via di Cupra, quella che porta all’anagrafe. Probabilmente qualcuno lo aspettava lì con un’automobile, non so».

Poi cosa ha fatto?

«Ho chiamato mia moglie, che a sua volta ha chiamato le forze dell’ordine. Per la verità, nella foga del momento ha chiamato il 118, poi la centrale ha allertato i carabinieri che sono arrivati subito e hanno visionato i filmati delle telecamere».

Ha avuto paura?

«Inizialmente no. Ma quando ho capito che si trattava dell’ennesima rapina si, ho avuto molta paura. Nel corso degli anni ne ho subite tante e ormai non riesco più a stare sereno»

Il rapinatore ha agito da solo, o fuori c’era un palo ad attenderlo?

«Mentre è avvenuta la rapina, fuori era pieno di gente, anche perché erano le 19, orario in cui c’è un gran via vai in centro. Alcune persone che passavano di qui mi hanno detto di aver visto una seconda persona, ma io l’ho visto scappare in direzione dell’anagrafe. Forse visionando le immagini di altre telecamere si riuscirà a venirne a capo».