Rebus ricostruzione tra cantieri e caro energia

Il punto con il commissario straordinario Legnini: il superbonus del 110% ha portato notevoli ritardi per imprese e cittadini

Migration

L’Ufficio ricostruzione fa il punto, a sei anni dal sisma del 24 agosto, su quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare. Un report di 99 pagine fitto di numeri, quello diffuso ieri, e che comprende i numeri delle quattro regioni del cratere. Scorporando i dati e prendendo quelli del Piceno, si legge ad esempio che per quanto riguarda il danno al patrimonio privato, pubblico e alle chiese, per Ascoli siamo a 900 milioni, per Arquata a oltre 870, per Acquasanta 430 e per Montegallo 761 milioni. L’effetto principale delle semplificazioni e delle nuove procedure adottati nel corso del 2020 è evidente soprattutto sul volume dei contributi concessi: delle 820 istanze per 420 milioni presentate per Ascoli, 571 sono state quelle approvate, per un importo di 264 milioni di euro. Si registra un forte numero di domande presentate anche in alcuni centri di minor dimensione, come Acquasanta. Altro nodo sono le imprese edili che operano nella ricostruzione 2016, insufficienti. "La fortissima richiesta di interventi finanziati interamente dal Superbonus 110% che si è prodotta già dalla fine del 2020, ha indotto numerose imprese a lasciare temporaneamente la ricostruzione per dedicarsi a quelle attività, più remunerative per loro, come per i progettisti". Resta tuttavia una "forte difficoltà, allo stato, a reperire le imprese disposte ad eseguire i lavori, così come sono frequenti i casi di imprese che sospendono i lavori nei cantieri per lungo tempo, anche per i problemi nell’approvvigionamento dei materiali". Per cercare di arginare queste difficoltà, da tutti ritenute di carattere temporaneo, sono state condivise ed attuate alcune misure, a cominciare dall’allungamento dei tempi di esecuzione dei lavori nei cantieri. Per quanto riguarda le ordinanze speciali, quella per la scuola di Arquata è stata completata al 40%, quella per le scuole di Ascoli al 33%. "Siamo bravissimi a gestire la prima fase delle emergenze, ma poi la storia ha più volte dimostrato che si fa molta fatica ad avviare il processo di ricostruzione perché ogni volta si ricomincia da zero", ha spiegato il commissario che per queto invoca un "Codice delle ricostruzioni", Legnini ha sottolineato con forza quello che si sta facendo per far tornare alla vita Arquata e tutti gli altri borghi a ridosso dell’Appennino devastati dalle scosse. Il Rapporto evidenzia che negli ultimi due anni sono stati aperti diecimila cantieri di edilizia privata e al giugno scorso si sono registrate 22.700 richieste di contributo. Sul fronte degli interventi pubblici, sono 365 le opere terminate ed altre 315 sono oggi in fase di cantiere. "Risultati che solo un difficilissimo contesto esterno, segnato dalla pandemia, dall’esplosione dei prezzi, dalla saturazione del mercato edilizio, dalle conseguenze della guerra, ha impedito fossero ancora più consistenti".

Eleonora Grossi