Maxi inchiesta, Milani: "Io indagato? Credo di sì ma ho eseguito ordini dall’alto"

L’ex direttore del personale: "Stabilizzammo 120 precari"

Cesare Milani, direttore dei presidi ospedalieri del Piceno

Cesare Milani, direttore dei presidi ospedalieri del Piceno

Ascoli, 25 aprile 2018 - Potrebbe esserci anche Cesare Milani, attuale direttore amministrativo dei presidi ospedalieri di Ascoli e San Benedetto, tra i 53 dirigenti delle Aree vaste della Regione indagati per aver stabilizzato in maniera irregolare 776 precari. E’ lui stesso, sentito, a dichiarasi convinto che in quella lista di nomi potrebbe facilmente esserci anche il suo. Milani è stato infatti direttore del personale della ex Zona Territoriale 13 (ora Area vasta 5) dal 2007 al 2009, e dunque proprio negli anni che rientrano nell’arco di tempo su cui si basa l’inchiesta, chiamata ‘Easy job’, condotta in diciotto mesi dalla guardia di Finanza di Macerata e relativa, appunto, alle assunzioni a tempo determinato fatte dal 2008 al 2014. «Non ho ancora ricevuto niente – dice Milani – e spero di non ricevere nulla, ma sono quasi convinto che in questa prima fase dell’operazione tra i nomi ci sia anche il mio. Questo perché sono stato direttore del personale dal 2007 al 2009. Ma sono assolutamente tranquillo in quanto ho agito nel pieno rispetto delle normative regionali e dell’Asur. Quando la Guardia di Finanza, circa sette mesi fa, è venuta in Area vasta per acquisire tutti i documenti necessari era tutto a posto. Ripeto, il piano assunzioni è stato fatto nel rispetto di quelle che erano le direttive a livello regionale. C’era un piano triennale del fabbisogno del personale al quale è stato dato seguito. Poi, se l’accusa è per la procedura con la quale sono state stabilizzate le persone, ho eseguito pedissequamente quella che mi era stata indicata dai miei superiori della Regione e dell’Asur».

Nei due anni in cui Milani è stato direttore del personale (poi lo hanno succeduto Riccio, Compieta e Liberati) sono stati stabilizzati circa 120 precari. «La mia convinzione di essere nella lista degli indagati – continua l’attuale direttore amministrativo, oltreché direttore ad interim del bilancio e da un anno responsabile dell’Urp e della libera professione – scaturisce dal fatto che in quegli anni sono stati stabilizzati la maggior parte dei dipendenti dell’Area vasta 5. Quello che viene contestato è che per assumere persone con collaborazioni coordinate e continuative erano necessari i concorsi, e invece noi abbiamo assunto a tempo indeterminato attraverso avvisi interni. Ma così ci avevano detto di muoverci. Queste erano le linee guida dettate dalla Regione. Dunque, sono sereno perché ho fatto quello che i miei superiori mi avevano detto di fare».

Le assunzioni finite nel mirino delle fiamme gialle, che stando ai calcoli dei finanzieri sono costate alle casse pubbliche 121 milioni e 792 mila euro, riguardano nella stragrande maggioranza gli amministrativi in servizio alle Aree vaste di tutta la regione, e pochissimi infermieri.