Ricostruzione privata, si accelera "Ecco come rinascerà Arquata"

Intervista all’assessore regionale Guido Castelli: "Solo Pescara del Tronto verrà delocalizzata". E sui lavori nel comparto pubblico: "Stiamo aggredendo il problema con il piano scuole"

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Post sisma, ricostruzione, rinascita dei territori. A che punto siamo e dove stiamo andando lo abbiamo chiesto all’assessore regionale Guido Castelli

Castelli, a che punto è la ricostruzione nel Piceno?

"La ricostruzione sta procedendo in modo significativo grazie all’accelerazione che è stata impressa all’intero processo dalla fine del 2020 grazie a tutte le componenti coinvolte, a cominciare ovviamente dalla struttura commissariale. Possiamo dire che, sul fronte della ricostruzione privata, siamo arrivati a circa un 30 per cento del totale, ma si tratta di numeri indicativi su cui gravano ancora tante incognite. Mi riferisco al caro prezzi, alla carenza di imprese ma anche alla situazione relativa ai centri più danneggiati dove stiamo definendo le strategie operative per ricostruire in sicurezza".

E Arquata?

"Dopo l’ordinanza speciale che il commissario Legnini ha adottato di concerto con la Regione, il Comune si sta accingendo ad approvare i sette piani attuativi delle frazioni perimetrate. Sempre nelle prossime settimane sarà la volta degli aggregati relativi alle frazioni non perimetrate. Per quanto riguarda il centro storico del capoluogo, il Comune sta per approvare il piano delle demolizioni che sarà propedeutico a dare corso al procedimento complesso regolato dall’ordinanza ‘Arquata’. Nel capoluogo è venuto a mancare l‘intero basamento su cui poggiava l’intero centro storico. Sarà necessario ricostruire, in sostanza, l’intero colle e il soggetto attuatore di questo intervento sarà proprio l’ufficio speciale per la ricostruzione".

Qual è il futuro di Pescara?

"Si tratta della frazione più danneggiata dal sisma, dove si sono verificate le perdite umane maggiori. Purtroppo, non sarà possibile ricostruirla dove la conoscevamo. Una faglia costeggia proprio il fosso Cavone che delimita ad est quello che una volta era il centro abitato. Sarebbe stato, dunque, pericoloso e comunque fortemente sconsigliato ricostruire la frazione ‘dov’era com’era’. Abbiamo coinvolto direttamente la popolazione per capire insieme quali potevano essere le localizzazioni più adatte e corrispondenti alla volontà dei pescaresi. Ne è scaturita la scelta in base alla quale una parte degli edifici sarà ricostruita lungo la strada che costeggia a nord il vecchio perimetro della frazione. Gli altri immobili saranno delocalizzati a Piedilama".

Dove verranno ricostruite le altre frazioni di Arquata?

"Solo Pescara verrà, parzialmente, delocalizzata. Le altre saranno ricostruite in loco. Nei prossimi anni, ovviamente, dovremo curare con molta attenzione che, accanto alla ricostruzione fisica, si sviluppi un programma di rivitalizzazione economica e sociale del territorio di Arquata, come del resto del cratere". Qual è il prossimo passo?

"Attivare con decisione, nell’intero cratere, la cosiddetta ‘ricostruzione pubblica’ che negli ultimi anni ha segnato il passo. Stiamo aggredendo il problema con il piano scuole, il secondo piano di rigenerazione urbana e con un ulteriore, importante finanziamento del piano delle opere pubbliche. Scuole, municipi, chiese, cimiteri non possono e non devono segnare il passo. Perché ciò accada è necessario supportare i comuni in modo adeguato. Sia sotto il profilo delle risorse che delle attività tecniche".

E’ Pasqua, che augurio rivolge alla popolazione terremotata?

"Al momento l’augurio, non solo alla popolazione del cratere, ma al mondo intero, è quello di ritrovare la pace. La pace viene prima di ogni altra cosa. I terremotati più di altri sanno cosa voglia dire perdere la casa e sono certo che le immagini disastrose che stanno accompagnando la nostra esistenza provochino un dolore speciale nel cratere. Che la Santa Pasqua ci restituisca la Pace".

Matteo Porfiri