Ascoli, i rifiuti di Roma trattati a Relluce per sei mesi

C’è l’ok dei sindaci a lavorare 5.500 tonnellate: aumentano i camion in arrivo

Emergenza rifiuti a Roma (foto d'archivio ImagoEconomica)

RIFIUTI IMMONDIZIA SPORCIZIA SPAZZATURA NELLA ZONA PERIFERICA DI VIA ACHILLE LORIA FLEMING ROMA NORD

Ascoli, 26 settembre 2019 - I rifiuti di Roma saranno trattati nel Piceno: l’assemblea dell’Ata ha votato a favore dello schema di accordo tra Regione Marche e Regione Lazio per il trattamento dei rifiuti urbani nell’impianto di Relluce. Così sarà per i prossimi sei mesi, con la possibilità di prorogare l’accordo dopo averlo sottoposto di nuovo all’attenzione dell’assemblea Ata: intanto arriveranno all’impianto Tmb di Relluce, una volta formalizzati tutti gli accordi tra le due Regioni, 5.500 tonnellate al mese, per i prossimi sei mesi.

Quindi una media di 7,6 automezzi in più al giorno, che si sommano ai 37 registrati in media ad agosto. Un accordo arrivato alla luce delle difficoltà della Regione Lazio di garantire il servizio di trattamento dei rifiuti urbani: si tratta solo di questa operazione, visto che il conferimento verrà fatto altrove. Ma l’assemblea, che mette insieme tutti i Comuni della provincia, non si è espressa all’unanimità: Castignano si è infatti astenuto, mentre Montalto, Castel di Lama e Appignano hanno votato contro la delibera, che è comunque passata a maggioranza.

I sindaci più interessati sono ovviamente Mauro Bochicchio e Sara Moreschini, che non hanno lesinato critiche. «La scorsa settimana – ha detto il primo cittadino di Appignano – avevamo rinviato questo punto all’ordine del giorno perché non c’erano abbastanza documenti disponibili. Poi l’Ata è stata riconvocata ed è stato aggiunto un documento martedì mattina, relativo alle potenzialità di trattamento del Tmb di Relluce». Parliamo di 80mila tonnellate autorizzate all’anno, di cui 37mila è la quota necessaria per il trattamento dei rifiuti della nostra provincia, a cui si sommeranno altre 16.500 tonnellate da Roma per questi ultimi tre mesi del 2019, arrivando a 53.500 tonnellate a fonte di una media annua degli ultimi dieci anni di 55mila tonnellate.

«Ho votato contro – ha aggiunto Sara Moreschini – perché il problema delle puzze non è mai stato risolto, continuiamo a sentire e segnalare cattivi odori. Poi bisogna smettere di accettare questi palliativi e lavorare sul piano d’ambito: ma la pianificazione non sembra essere l’interesse principale». Sulla stessa lunghezza d’onda il suo collega di Castel di Lama, Mauro Bochicchio: «I rifiuti che arrivano dal Lazio sono molto più indifferenziati: quindi contengono più umido, che significa un’alta probabilità di cattivi odori. Sono deluso, anche se sapevo che sarebbe andata così: ma rimandare un punto e approvarlo pochi giorni dopo, dopo un documento con quattro numeri e la bozza di convenzione praticamente uguale, non mi pare un bel modo di muoversi. Questo non vuol dire che non sono solidale con Roma, ma è un problema di metodo».