Il commento unanime degli armatori – pescatori di San Benedetto all’ennesimo imprevisto giustificato dal basso fondale all’imboccatura del porto? "Ci risiamo". Stavolta però, ad incagliarsi al centro della zona di entrata e di uscita, non è stato uno dei motopescherecci della flottiglia sambenedettese, ma il rimorchiatore ‘Fortitudo’, a San Benedetto per i lavori di manutenzione nell’area cantieri. Come spiegato dal comandante della Capitaneria di Porto, Marco Mancini, il rimorchiatore si è incagliato all’ingresso del porto, "in parallelo con il faro – fanale verde".
Per via del mare mosso, l’intervento è stato programmato nel momento migliore, grazie al sostegno della motovedetta della Capitaneria di Porto che, a mò di ‘vigile del mare’, ha diretto il ‘traffico’ dei motopescherecci per evitare ulteriori imprevisti e al rimorchiatore ‘Ecoelba’, all’ormeggio al porto di San Benedetto e attrezzato per ovviare all’inquinamento marino. Nel giro di un paio d’ore il rimorchiatore ‘Fortitudo’ è stato disincagliato, senza nessun problema all’imbarcazione e all’equipaggio.
Però il problema atavico del basso fondale che si protrae da anni senza alcuna soluzione se non i soliti palliativi come il ‘corridoio’ di entrata e di uscita delle imbarcazioni sambenedettesi e non solo, resta irrisolto e fa discutere, o meglio arrabbiare. Il perché è semplice. Sono ormai trascorsi più di 5 anni dall’allora finanziamento di 1.700.000 euro, destinato al progetto di dragaggio dell’intero bacino portuale, ma per un motivo o per un altro, in primis la verifica dell’eventuale inquinamento della sabbia del fondale, né la Regione Marche e tantomeno l’Autorità di sistema portuale del medio Adriatico, hanno fatto sì che si passasse dalle parole, tante, ai fatti, nessuno. Così, sono più che mai giustificate le preoccupazioni della gente di mare: che si aspetta un evento drammatico?
Pasquale Bergamaschi