Risparmi spariti dal conto ad Ascoli, sospetti sul dipendente Poste

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per un lavoratore di 42 anni; è accusato di essersi appropriato di 7mila euro di un arquatano

Il correntista ha registrato un ammanco dal suo conto: accusato un impiegato delle Poste

Il correntista ha registrato un ammanco dal suo conto: accusato un impiegato delle Poste

Ascoli Piceno, 1 giugno 2023 – La Procura di Ascoli ha chiesto il rinvio a giudizio per un ascolano di 42 anni. Difeso dall’avvocato Mauro Gionni deve rispondere, in veste di dipendente di Poste Italiane di essersi appropriato di una somma di denaro di proprietà di un anziano correntista di Arquata che lo ha denunciato e, assistito dall’avvocato Alessandro Angelozzi, si è costituto parte civile.

I fatti oggetto del procedimento sarebbero avvenuti fra giugno 2019 e maggio 2021, quando l’anziano si è accorto che qualcosa non andava sul suo conto e si è rivolto alla giustizia. Complessivamente l’ammanco ammontava a 7.150 euro, spariti dai suoi risparmi depositati nella filiale delle Poste. A luglio 2021 il titolare del conto si recò nell’ufficio postale di Arquata per effettuare un’operazione su suo libretto postale e notò una discrepanza sui movimenti. Due operazioni in uscita datate 7 giugno 2019 e 9 luglio 2019, rispettivamente di 3.500 e 2.500 euro, hanno attirato la sua attenzione, visto e considerato che non aveva mai fatto prelievi di questa entità.

L’impiegato, in presenza anche della nipote del titolare del libretto e a sua volta co intestataria, ha risposto di aver trovato 2.500 in buoni postali e li ha immediatamente riaccreditati sul libretto postale; non aveva però saputo dare spiegazioni dell’ammanco di 3.500 euro. In ogni caso l’anziano non aveva mai autorizzato l’acquisto di prodotti finanziari. L’uomo ha quindi sporto denuncia. I carabinieri di Arquata ad agosto 2021 hanno convocato l’impiegato postale.

Gli hanno chiesto spiegazioni sui 2.500 spariti dal conto dell’anziano, spiegando che i soldi che aveva rimesso sul libretto erano suoi personali e che lo aveva fatto per non sentire le rimostranze dell’uomo. Ha anche aggiunto che la pratica relativa ai 3.500 euro sarebbe stata lavorata da un altro ufficio e successivamente ne avrebbe dato comunicazione ai carabinieri. Successivamente, incrociando un’ulteriore testimonianza sia dell’anziano che dell’impiegato, è emerso che il primo non aveva firmato nulla riguardo l’operazione di riaccreditamento e che quei soldi l’impiegato se li era fatti dare in contanti dal fratello. Dopo altri controlli sul libretto sono emersi altri prelievi non riconducibili al titolare, due da 200 euro (novembre 2019) e poi, nel 2021, uno da 305 euro, uno da 270 euro e infine l’ultimo da 175 euro avvenuto il 31 maggio 2021. La Procura di Ascoli ha chiesto il processo; l’udienza preliminare il 13 giugno.